QUARATINO, PAROLE (BRASILIANE) INUTILI

  • Rioma
  • 08/02/2013

di Romina Ciuffa >

Parole inutili è il nuovo album di un artista schivo e profondo come Lillo Quaratino. Il contrabbassista è “musicista di lungo corso”, dal passato sonoro intenso (Folk Magic Band, Massimo Urbani, Steve Grossman, Chet Baker) . Un’eleganza diffusa circola in tutti i nove brani originali dell’album (arrangiati con Roberto Taufic). Essa è costruita, con sapienza artigianale, attraverso la valorizzazione delle voci strumentali: il clarinetto di Gabriele Mirabassi, i sax (soprano e tenore) di Giancarlo Maurino, il flauto di Nicola Stilo. Fondamentale la presenza del piano di Eduardo Taufic, della batteria di Roberto “Red” Rossi e della chitarra di Roberto Taufic. Nella ricca omogeneità dell’album il brano conclusivo Pugni in tasca rappresenta una significativa eccezione, l’unico con la voce (cantante e narrante) di Marta Raviglia. Dall’album emerge una poetica del chiaroscuro, quella di un artista controcorrente che ha raggiunto una maturità ed un equilibrio dinamico tra linguaggio jazz e musiche che guardano creativamente al latino-America. (Nella foto in alto, Quaratino è con Roberto ed Eduardo Taufic, Giancarlo Maurino e Gabriele Mirabassi nei Forward Studios).

Quaratino studia al Conservatorio S.Cecilia di Roma dove si diploma nel 1973. Nasce con la Folk Magic Band, ampia formazione di quegli anni e della quale  fanno parte giovanissimi musicisti come Giampaolo e Michele Ascolese, Nicola Stilo, Maurizio Giammarco e tanti altri. In quegli anni frequenta assiduamente i migliori Jazz clubs accompagnando nomi come Massimo Urbani, Steve Grossman, con il quale suona per un anno con una formazione tutta americana: Leo Mitchell alla batteria e Fred Hanke al piano, registrando diverse takes in studio e dal vivo.

A seguire arriva l’incontro con Chet Baker, incontro che si concretizza anche discograficamente in occasione di varie incisioni (delle quali due state successivamente pubblicati in Errata Corrige, lavoro del musicista Nicola Stilo). Resta poi in disparte per diversi anni per gravi motivi di salute e da alcuni anni è tornato a comporre ed a  suonare. Attualmente tiene due laboratori di sperimentazione e con uno di questi, Skidadidlin, si è esibito con successo alla Casa del Jazz di Roma. Nel febbraio 2006 viene pubblicato Fado Meridiano (Alfamusic), contenente esclusivamente sue composizioni originali eseguite in piena sinergia con Danilo Rea al piano, Roberto Gatto alla batteria, Javier Girotto al sax soprano, Luciano Biondini alla fisarmonica; album disco nato “al termine della notte”, dopo un lungo percorso di vita culminato con una scommessa fatale in un ospedale di Bologna, un rischioso trapianto, che avrebbe potuto essere l’ultima pagina di Quaratino, invece principio di una resurrezione, sette tracce in cui il contrabbassista riperreva tutte le emozioni della sua esistenza musicale: c’è il colore delle domeniche degli ultimi anni Cinquanta, l’orchestra Rai che suonava “Lover” alla radio, i tempi del Conservatorio, l’incontro con Chet Baker.

Nel presente, queste Parole inutili lasciano intuire una brasilianità non inutile. Lo ascolterò presto e ne parlerò con più coscienza. Per ora mi fido di Quaratino, Mirabassi e dei Taufic, come sempre.

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