CACIQUE DE ROMA, LA QUADRATURA DEL CERCHIO

  • Rioma
  • 28/10/2011

RIOMA BRASIL e il BEBA DO SAMBA insieme venerdì 28 ottobre 2011. Con loro dei capitribù di tutto rispetto: i Cacique de Roma, a ricordare il grande bloco do samba carioca dei Cacique de RamosSchermata 2016-02-19 a 15.36.58di ROMINA CIUFFA

“Cacique” vuol dire, in brasiliano, “capotribù”. Con questo termine, appartenente alla lingua caraibica dei Taino, in America Latina si distinguevano i capi delle comunità tribali, in Messico ancora oggi è così chiamato il capovillaggio. Resta un sostantivo fortemente impregnato di padronanza e controllo. Questo potrebbe infastidire i romani se è vero che il gruppo dei Cacique de Roma, attraverso il proprio epiteto, sale su un trono. Ma, a guardar bene, non si tratta di un’usurpazione: di rode romane non ve ne sono.

(Un’altra digressione: con “roda” si definisce un insieme di persone che suonano samba in cerchio; intorno tutti sono chiamati a ballare e cantare, spesso anche a partecipare attivamente alla roda sedendo al tavolo per la durata di uno o più pezzi).

Per questo tre anni fa i brasiliani Marcio Boaventura e Juracy Lemos, studente in psicologia il primo, in astrofisica il secondo, decidono di riunirsi intorno a un tavolo a suonare. L’idea germinale è a tutti gli effetti quella di un incontro tra samba e filosofia, poi (filosofia a parte) resta il samba a cadenzare i giovedì sera di quattro amici – i due chiamano intanto Gustavo de Barros e Ronald Faller a suonare pandeiro e surdo – inizialmente a San Lorenzo (in un localetto che soprannominano “Botoco2000” per dare un senso tutto brasiliano, semplice com’è una roda).

Ben presto la voce si sparge: prima fra tutte quella di Evandro Dos Reis, giovane cantante paulista con la cui entrata nella roda è necessario aggiungere un microfono. Fino a quel giorno, infatti, il nucleo originario canta senza, com’è nello stile della roda. Ma Evandro si appassiona e appassiona, dando un nuovo senso al giovedì in samba, con voce e cavaquinho, tanto da far spostare il gruppo con un primo passo – sempre sanlorenzino, al Random – e un secondo, più lungo della gamba perché cadenzato da un samba prorompente: un teatro a San Giovanni. Qui la roda diviene un vero e proprio cerchio, attorno al quale tutti i riomani ballano samba mentre aumentano i musicisti delle jam session fino a un numero di 10 e più. Intanto, una volta uscito Gustavo de Barros che rientra nella sua Rio de Janeiro, entra il percussionista Pisquila.

I Cacique de Roma non suonano più, per adesso, in quello spazio. La data del Beba do Samba è un momento fondamentale per poterli riascoltare nella formazione a 4 di Evandro Dos Reis, Marcio Boaventura, Jorge Ronald Faller e Pisquila. Non in cerchio, ma in una roda che è più mentale: il cerchio si chiude proprio nel locale che, a Roma, ha dato caratterizzazione al Brasile, e nel quale i brasiliani (e i riomani tutti) tendono proprio… a fare cerchio.

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