SAMBA AL PALIO: PIETRO SINIGAGLIA, IL SAMBODROMO DI LA SPEZIA

  • Rioma
  • 18/08/2015

samba al palio

di ROMINA CIUFFABacchette al posto dei remi e tamburi come barche, i sambisti di tutta Italia a La Spezia al rullo di Pietro Sinigaglia. Colonizzata dai romani, devastata dai barbari, dominata dai bizantini, conquistata dai longobardi, catturata dai franchi, saccheggiata dai vichinghi, devastata dai saraceni, assoggettata ai genovesi, ripresa dai guelfi, annessa dai sardi, oggi La Spezia è in balia dei brasiliani. E di Pietro Sinigaglia, spezzino che compie il miracolo: il samba è italiano. È sempre stato il suo schiribizzo, tanto che dichiarava anche al quotidiano La Nazione il 17 agosto 2013: “Il mio sogno? Un raduno di samba a Spezia”. Nel Golfo dei Poeti, dopo anni di tentativi, infine nel 2015 riesce ad entrare a gambe tese e tambur battente nel Palio del Golfo, che si svolge ogni anno la prima domenica d’agosto nelle acque antistanti la passeggiata a mare. Non da solo: vi chiama tutti i sambisti italiani e vicini, per dare vita al primo Samba al Palio e affiancare, da terra, le gare remiere che si svolgono in acqua.

Il “Palio del Golfo” affonda le proprie radici nella cultura marinara della gente del Golfo e nasce da estemporanee sfide tra equipaggi di barche da lavoro cariche di pesce o dell’antico oro nero del golfo di La Spezia – i mitili o “muscoli”- per ottenere la priorità di scarico in banchina del pescato o del prodotto trasportato, aumentando la possibilità di guadagno o il godimento anticipato del riposo a terra. 13 le imbarcazioni, scafi simili al gozzo nazionale ma realizzate a mano da artigiani locali con caratteristiche uniche che le rendono più agili e veloci. Ancora oggi, il Palio è vissuto con passione da tutti i cittadini e in particolare dagli abitanti delle Borgate – moderni quartieri o rinomati paesi – che si affacciano sul mare: Portovenere, Le Grazie, Fezzano, Cadimare, Marola, CRDD (Circolo ricreativo dipendenti difesa), Canaletto, Fossamastra, Muggiano, San Terenzo, Venere Azzurra, Lerici e Tellaro.

 Pietro SinigagliaDa alcuni anni, il Palio è anche l’occasione per organizzare eventi collaterali, che permettono ai moltissimi visitatori di conoscere ed incontrare le realtà produttive e attrattive del territorio e di festeggiare in maniera originale ed energica. Il 2015 porta, per la prima volta, quattro giorni – dal 30 luglio al 3 agosto – di samba. Da ovunque giungono, con bacchette al posto dei remi e tamburi come barche, i sambisti (Mistura Maneira da Roma, Bloco Unidos Maravilha dal Triveneto/Bologna, Bandão da Poggibonsi, Legau da Metro da Brescia, Pedrasamba dalla lucchese Pietrasanta, Moruga Drum da Pisa, Unidos de Napoles da Napoli, Houba dalla Francia, Maracatù Estrella do Boi da Milano, Banda Berimbau da Trieste, oltre a un supergruppo formato da elementi di Sambaradan, Bloko Intestinhão, Berimbau più alcuni sciolti nonché gli spezzini Galera Paletta) al richiamo di Sinigaglia. Che aveva dichiarato: “Tutti temono che La Spezia sia troppo conservatrice, ma io penso che debba decidere cosa fare da grande. Non siamo più la comunità dell’Arsenale e della Marina militare, ora è il momento del turismo e non quello di élite, che arricchisce i pochi. Dobbiamo crescere nella mentalità: sopportare la musica, il rumore, il caos positivo. E così arriverà la vera crescita economica”. Coerente. Ci ha creduto, e ha compiuto il miracolo “batebalengo”.

Artista completo, direttore fondatore del gruppo di samba spezzino dei Batebalengo, esperto di tango e cori, diploma di corno, solfeggio, armonia, storia della musica e molto altro. La moglie è una concertista, il figlio studia percussioni e la figlia canta. Il Brasile per lui entra con il pagode dei Galera Paletta, altra sua iniziativa musicale, e nella sua ancestrale passione per le batterie: nel corso degli anni con i seminari di percussioni di Francesco Petreni, Gilson Silveira, Francesco Pitillo, Dudu Tucci (direttore del Pac di Berlino), Luisinho (Olodum, Conjunto Afro) Marivaldo (Ile Ayè), Media Noite (Recife). Conosce il samba paulista e carioca e il samba reggae baiano, il frevo e il maracatù nordestino. Coltiva contatti con i membri della Serpiente Latina, gruppo salsa romano degli anni 70. Con Naco (Giuseppe Naco Bonaccorso), percussionista siciliano scomparso prematuramente, affronta le basi della percussione moderna, miscela di tradizioni con approcci tecnici differenti. Si interessa alla musica senegalese studiando sabàr con i membri di una famiglia griòt. Studia e incide con Irian Lopez, capo della famiglia Los Chinitos, rumba garapachangeiro de La Havana cubana.

È giunto per lui il momento di battere un nuovo ritmo, quello del samba-raduno di La Spezia. Giornate che hanno fatto rivivere le atmosfere delle strade brasiliane del Carnevale, la sensazione che La Spezia fosse “the place to be” del sambista ed un’organizzazione impeccabile nonostante le proteste di chi non conosce il samba e ne sente il rumore. Ma anche la protesta è una soddisfazione, uno stimolo a migliorare e coinvolgere la popolazione: “Dobbiamo crescere nella mentalità: sopportare la musica, il rumore, il caos positivo“, infatti. Così i numerosi gruppi di tamburi hanno affiancato le imbarcazioni ed un mare di percussioni ha inondato la città ligure. Non è la prima: nella vicina Genova Andrea Trabucco, con i suoi Ja é (non presenti a La Spezia in quanto impegnati nella Notte Bianca genovese), è a completare il samba ligure che resta tra i più ricchi di iniziative di livello nazionale. Sarà il mare a rendere la regione più vicina al Brasile? Senz’altro. Ma è anche Pietro Sinigaglia.

Samba al Palio: di cosa si tratta? In che modo il Samba è riuscito ad entrare nel Palio del Golfo di La Spezia? Sono 10 anni che ci provo: nel 2006 organizzammo Paura e Delirio a Las Pezia, vennero 387 sambisti da tutta italia, una parata gigantesca e una domenica di delirio in città con 10 gruppi che suonavano ovunque, fu un meraviglioso esperimento che però fini lì. Cominciai a inserire un germe, un pensiero nella testa degli amministratori, poi suonammo coi Batebalengo più volte per la cerimonia di premiazione del Palio e per diverse borgate che facevano feste e poi abbiamo sempre avuto un rapporto con il popolo del Palio, che è una realtà molto forte in città. Così quest’anno, forse esasperati dalla mia insistenza, presidente del Palio, assessore e sindaco mi hanno detto: “Va bene, hai rotto: fai ‘sto festival!”. Posso solo dire che Massimo Gianello, presidente del Comitato delle Borgate del Palio del Golfo, al termine della baraonda ha scritto sul mio profilo Facebook queste esatte parole: “Complimenti per il lavoro fatto. Siete adatti al nostro mondo. Penso che questa esperienza sia da ripetere incrementando l’impatto”.

La Spezia è già legata al Samba? Se sì, in che modo? Negli anni 40 c’erano in città moltissimi locali da ballo e si suonava anche samba, all’italiana certo ma il gusto esotico imperava in quegli anni. Per la mia generazione già 25 anni fa suonavamo con diversi gruppi di ispirazione bossa, abbiamo degli autentici luminari del genere, gente che di mestiere fa l’architetto ma conosce tutto il repertorio di Jobim, lo choro, i tropicalisti… Anna Menchinelli è un ottima e purtroppo poco conosciuta interprete che accompagnavo alle percussioni quando avevo 20 anni, 25 anni fa…Nel 2001 abbiamo fondato i Batebalengo dopo un workshop con Francesco Petreni e da li è cominciato tutto, non s’è più fermato…

CSchermata 08-2457253 alle 01.40.46hi ha sostenuto l’iniziativa e in che modo si è finanziata? Il Samba (gruppi e/od organizzatori) ha ricevuto un compenso? In che modo il Festival Samba al Palio si è rapportato con il più amplio Palio del Golfo? Il Palio del Golfo ne ha giovato/risentito/etc? L’iniziativa è stata sostenuta dal Comitato del Palio e dal Comune di La Spezia che ha un assessorato al Palio. I gruppi che hanno partecipato all’iniziativa hanno ricevuto un rimborso, ospitalità e una convenzione per il cibo, abbiamo offerto loro 3 giorni di workshop gratuito condotti da vari maestri. Abbiamo sfilato in parata come apertura della sfilata delle borgate, meraviglioso direi, la città ha accolto i sambisti con vero entusiasmo, la novità è piaciuta molto. Il sabato si fa tradizionalmente una cena di mille persone, la cena delle borgate e noi abbiamo suonato, 8 gruppi diversi in mezzo a loro, che hanno ballato, urlato, cantato, poi animato la città intera. È stato un “delirio”. Credo che il Palio ne abbia giovato e le lamentele inevitabili di quelli che chiedevano di abbassare il volume dei tamburi, come se i tamburi avessero un volume come le radioline, passeranno abbastanza inosservate. È una domanda delicata la tua, ogni cosa prorompente ha i suoi benefici e i suoi punti critici, il bilancio si fa a freddo, quando è passata la tempesta.

Quali gruppi hanno partecipato? Ne farò un elenco:

Proveniendo questi gruppi da varie parti di Italia, come sono stati accolti, dove sono stati ospitati? Sono stati accolti al meglio, hanno dormito in palestra, soffrendo un caldo micidiale e facendo la fila per le docce, ma so che sono stati bene, erano qui per sambare non per dormire, ed hanno dormito molto poco. Per mangiare abbiamo avuto convenzioni con alcuni ristorantini, ma il grosso ha mangiato al “Boss”, spazio estivo del comune gestito dai circoli Arci, all’aperto in giardino, nel centro della città. Fantastico.

samba al palio gruppoSamba: puoi tracciare una linea che ci porti, attraverso i gruppi partecipanti, a comprendere che tipo di Samba si è ascoltato e fatto? (ti chiedo, se riesci, di raccontarmi tutto il Samba al Palio puro, musicale, dal punto di vista artistico, nelle sue varie sfumature, descrivendo la musica dei vari gruppi e i differenti approcci, una passeggiata per il Palio di La Spezia attraverso le tue orecchie e i ritmi dei gruppi…). Forza. Mi piace questa domanda, si parla di cose serie. Il panorama dei gruppi samba italiani è assai variegato, rischio di essere pedante ma voglio dedicare due righe a tutti:

  1. Cominciamo dal giovedì, sul palco, al molo, sul mare con una luna stupenda, Houbà dalla Francia (Montauban-Tolosa). Il lato oscuro del samba. Loro il samba lo hanno distrutto, destrutturato, scomposto, piegato al punk, ne hanno fatto una musica fisica, aggressiva e di forte impatto emotivo. La gente è impazzita. In Francia siste un movimento che si chiama samba-funk e sono in tanti a spaccare il samba per esprimere la rabbia artistica. È rock fatto con gli strumenti del samba o samba fatto con i suoni del rock, come preferisci.
  2. Subito dopo sul palco Galera Paletta: pagode, samba canção, qualche bossa per gli intenditori, un pezzo di Ile-Aye, uno di Olodum, tanto Caetano, Djavan e improvvisazione collettiva, ordinata, pulita, quasi timida per non disturbare il meritato sonno di mostri sacri come Tom Jobim. Il bianco e il nero per capire i limiti, dentro c’è il resto…
  3. Il BUM suona essenzialmente samba enredo, o meglio trae dagli arrangiamenti più belli le paradinhas e le trasforma in samba show, progetto assai ambizioso e ben curato che merita senz’altro un palco, per strada in parata le molte fermate tecniche non gli rendono pienamente giustizia, in ogni caso un botto forte. Bum. Direi i più “tecnici” nel senso buono del termine.
  4. I Bloko Intestinhão fanno un samba veloce, scattoso, dirompente, suonano anche bahiano e mescolano le cose, con molto rigore e precisione. Sono di Treviso, sono pazzi completi e tutti uomini, fantastici. Credo facciano anche maracatù.
  5. Sambaradan nascono come laboratorio di samba, legati all’eperienza della Partòt di Bologna, guidati dall’ottimo Cristiano Buffolino suonano un po’ tutto, con particolare attenzione ai dettagli e impatto formidabile. Direi i più composti nel genere.
  6. Banda Berimbau … non hanno bisogno di presentazione, credo siano il primo gruppo di samba in italia, forse con Mitoka Samba di Milano e Bandão di Poggibonsi… Anni 90. Suonano tutto, samba, sambareggae, afoxè, maracatù, realizzano spettacoli di palco con artisti famosi, sono superattivi e meriterebbero più successo perchè sono molto puliti e precisi nelle cose che fanno. Il loro progetto qrtistico è quello di esaltare le percussioni nella musica, si trattasse anche di cantare una canzone italiana.
  7. Bandão: altra formazione storica di metà anni 90, questo gruppone di folli toscani guidati da Francesco Petreni trae la propria energia dal carattere goliardico dei toscani, dal fortissimo senso del gruppo e dai frequenti viaggi in Brasile, a Rio ma soprattutto a Bahia, dove ormai sono di casa. Hanno anche un progetto solidale con una favela molto grande. Suonano sambareggae fondamentalmente, ma negli ultimi anni hanno introdotto le tammorre della pizzica e hanno fatto un progetto con un gruppo di tenores sardi ottenendo un risultato formidabile. Sono tra tutti i più contaminati e cercano in qualche modo di legare un filo tra samba e cultura musicale italiana, ottimo esempio di world music contemporanea.
  8. I Moruga di Pisa, prima Malatucada e ancora prima Sambalordi, sono i nostri Houbà, funk e surdi rock, coreografie impeccabili e coinvolgenti, grande forza fisica e impatto da stadio, nonostante siano una quindicina. Pazzi da legare, ogni 6 mesi buttano tutto e ricominciano daccapo, passione.
  9. Pedrasamba, di Pietrasanta in provincia di Lucca, sono un ottimo esempio di come il samba sia per tutti. Gruppo tradizionalmente samba che però ha fatto dei costumi e del trucco il proprio valore aggiunto, Mirko Bonini che li dirige ha uno spiccato senso della performance e lavora sul coinvolgimento del pubblico. Sono colorati, si muovono parecchio e animano le piazze con indiscusso successo. Forse per i puristi un poco “fantasiosi”.
  10. Legau da Metro, eredi degli Appel, da Brescia. Suonano un po di tutto, nell’ultimo anno si sono dedicati all’enredo per ripercorrere la strada che abbiamo fatto ultimamente un po tutti, dove al guto per l’invenzione si sta cominciando a sostituire il rispetto per la tradizione, scelte artistiche comunque sempre interessanti.
  11. Gli Unidos de Napoles fanno proprio samba, mescolano sì però li vedo proprio dedicati al samba, quello del sambodromo, l’enredo anche quando non è enredo perché nessuno canta.. Il panorama sambistico napoletano è talmente complesso, variegato, in continuo movimento e evoluzione, riesce difficile inquadrarli, daltronde sono napoletani, non sai mai dove stanno.
  12. Mistura Maneira, li conosci meglio di me credo, ma ti dico che la prima volta che li ho sentiti mi hanno “flashato”: precisi, pulitissimi, tecnici, molto molto sorridenti. Loro sono perfetti a fare enredo e si è sentito a La Spezia, il sabato dalla mezzanotte alle due, sul molo, al mare, luna sempre meravigliosa, e la voce di Marena Orsini: sembrava di essere in Brasile, e forse c’eravamo davvero.
  13. Maracatù Estrela do Boi, costola del Mitoka Samba milanese, unisce le persone che adorano questo genere fantastico: lo suonano benissimo e giustamente in pochi (una decina) rendono perfettamente fruibile il genere, forse un po’ ostico ad un primo ascolto ma in realtà molto coinvolgente e direi profondo, profondissimo, atavico, sembra la musica del mare, la musica del vento, delle montagne e delle foreste. Io li adoro…
  14. Batebalengo… Be’, che fanno i “miei” Batebalengo ? Fanno un po’ quello che fanno tutti. Io cerco di unire le musiche in un flusso continuo, lego i generi e passo da uno all’altro senza mai fermarmi. Le caratteristice principali sono la grande energia, l’impatto da paura e la prima fila dei tamborime, le mie bellissime ragazze, sempre molto acchittate… Il livello dipende un po’ dal periodo, ogni anno comincio da capo, come tutti, spesso chi diventa bravo poi se ne va subito ed entra qualcun altro terribilmente scarso. Si fa quel che si può con chi c’è, lo spirito è quello.
  15. La città in parte non è stata entusiasta, il Samba è complesso per chi non lo capisce, ci sono state proteste per i “rumori” e articoli di giornale. In effetti l’Italia non è il Brasile e a chi non si intende di Samba e percussioni risulta difficile entrarvi. Puoi descrivere le reazioni che hai potuto riscontrare? Perché La Spezia ha reagito così drasticamente? No guarda, a questa domanda non rispondo, non mi frega un belino (scrivi così ti prego) di chi non gradisce. Sono pochi e i giornali li fanno diventare tanti per ragioni di bieca opportunità politica. Ti dico solo che venerdi alle 3 del mattino eravamo al molo a pagodare tra noi, arrivano le forse dell’ordine ed io mi faccio coraggio, vado da loro e domando: li faccio smettere ? L’agente, un uomo di 60 anni corpulento, mi dice: “Guardi, non lo so perchè ci chiamano, città con una mentalità veramente chiusa. Le dico che dalla strada si sente appena, non capisco come facciano a sentirvi dai palazzi laggiù, suonate più piano e vedete di non farci tornare, siamo un po stufi ma non vi vogliamo disturbare, non fate niente di male, cantate sul mare  che c’è di più bello?”. Sono rimasto senza parole, ho salutato il tipo e son tornato a suonare il mio pandeiro. Sul genere sono tutte panzane. Ho diretto per 12 anni un noto locale rock, detesto l’hard core e tutte le sue varianti più o meno dark ma ho sempre programmato questa musica, per completezza culturale. Le orecchie ce le abbiamo tutti uguali, basta aprire le porte del cuore e la musica fa il resto.

11053921_10205038888520536_9110096633704644098_nAvevi fatto un appello agli spezzini: “Aiutate i musicisti, date bottigliette d’acqua e supporto!”. La città è stata collaborativa? Ma guarda, non riuscirai a farmi parlare male di La Spezia: adoro la mia città e la mia gente, qui si tagliano un braccio per aiutarti se ti conoscono, sono un po meno accoglienti con chi non conoscono, siamo liguri, diffidenti, non crediamo a nulla. Purtroppo o per fortuna il passato industriale e statale della città è finito da un pezzo ora ci dedichiamo finalmente al turismo, all’accoglienza, impareremo, col tempo…

houba sambaL’apertura del Festival è stata affidata agli Houba Sambarock, giunti da Montauban, in Francia, rendendo il festival più internazionale. Chi sono gli Houba Sambarock? Che rapporto avete? Li ho conosciuti 5 anni fa al Coburgo Samba Festival e per 5 anni ci siamo visti, studiati, ammirati reciprocamente. Quest’anno siamo diventati amici, molto amici. Li ho invitati perché volevo arrivare ai giovani con qualcosa di più contemporaneo e ho beccato anche le famiglie che si son comprati  i loro gadget. Ci volevano, sono stati fondamentali e loro hanno capito e mi hanno dato tutto. Imprescindibili.

mistura maneiraMistura Maneira, gruppo romano di Samba Enredo diretto da Dario Mattia, e tra i pochi ad avere un repertorio Enredo, è stato il protagonista di una notte di Samba sul palco. Descriveresti la collaborazione con Dario Mattia? Dario è fantastico, ho un amico in più da qualche tempo. È sempre disponibile, dice sempre di sì, mi ha offerto lui lo spettacolo di enredo e lo ringrazierò fin che campo… Ha fatto un lavorone, dei Mistura ho già scritto. Non credo siano gli unici a fare enredo completi, resta il fatto che “spaccano”, niente da dire veramente. Anche a chi non piace l’enredo, piacciono.

Seminari: chi li ha tenuti? Che riscontro hanno avuto? Ci sono stati anche “apprendisti”, curiosi, nuovi, oppure è stato più un passaggio di conoscenze tra sambisti? No, è stato un seminario per addetti ai lavori, magari principianti ma gente del samba, curiosi tanti, specie giapponesi e americani delle crociere che hanno scattato migliaia di foto. C’è stato anche un amico mio di La Spezia che ha portato una caixa e l’ha accordata e lucidata per due giorni ma niente di più. Cristiano Buffolino, Marco Catinaccio, Davide Angiolini e Dario Mattia hanno fatto un lavoro serissimo proponendo un enredo completo con paradinhas e tutto il resto. Si sono dati da fare tantissimo, prima a casa e poi qui, e il risultato è stata una esibizione la domenica pomeriggio sul molo che penso ricorderemo per tanto tempo. Stupendi.

Schermata 08-2457253 alle 01.57.13Ci sono state partecipazioni brasiliane doc? No, a parte tanti brasiliani spettatori e due ballerini che lavorano in zona Bologna, e i Batebalengo hanno avuto una ballerina spuntata fuori da alcune settimane che si è unita alla prima parata. Lo definirei un Festival Sambitaliano! È quel che volevo, dimostrare che il Samba, con le sue propaggini, oggi in Italia è diventato adulto e ciò anche grazie al nostro lavoro.

Batebalengo: puoi parlarci di voi? Fondazione, attività, componenti, ritmi etc. Del gruppo in generale ho già parlato, Posso aggiungere che nel curricula abbiamo il Festival Repercussion di Monleon Magnoac, la Festa della Musica a Parigi, 5 anni di seguito al Coburgo Samba Festival, 2 anni di seguito a Luton (Londra) per il festival samba Luton Encountre, centinaia di esibizioni in tutto il nord d’Italia e più di 300 persone che negli anni hanno frequentato i nostri corsi. Non siamo diversi dagli altri, solo io accetto tutti e non mando via nessuno, mai, anche se totalmente impedito alle percussioni. Mi piacciono le sfide.

Pietro Sinigaglia: chi è? Aiuto, trent’anni di lavoro non sono facili da sintetizzare, fammi ragionare… Canto nel coro di voci bianche dell’Arcum, a Roma, da 6 anni a 10. Mi trasferisco a La Spezia, mi iscrivo al Conservatorio in prima media, corno francese a 16 anni metto su il mio primo gruppo Italian Extravaganza, contemporaneamente suono il corno in big band jazz di mezza Italia. Mi diplomo in conservatorio esce il primo disco, rock italiano, con echi di Area International Group. Intanto suono bossa con Anna Menchinelli. Prendo in gestione artistica un noto locale il “Baraonda” e programmo concerti per 12 anni, intanto esce il disco “L’età del ferro” con Italian Extravaganza e fondo il gruppo di tango Ensemble Hyperion, con cui abbiamo suonato in tutta Europa collaborando con i ballerini di tango più famosi al mondo. Contemporaneamente fondiamo il coro Four Steps Choir, famoso per l’omaggio a De Andrè “A forza di essere vento”. Sciogliamo gli Italian e facciamo subito un disco come Exit, rock italiano vagamente “esoterico”. Intanto Batebalengo spacca le orecchie a mezza Italia, creiamo un coro di bambini che ora sono ragazzi  fanno spettacoli teatrali con noi. Gestisco per 6 anni la Dialma Ruggiero, spazio culturale del Comune. Poi ci buttano fuori e da un piccolo spazio di una scuola cominciamo a esportare spettacoli di ogni genere, fatti coi ragazzi, bambini ancora e adulti. Insegno a scuola educazione musicale, da precario, organizzo eventi, giro i teatri italiani con il nuovo gruppo di tango I Fiori Blu, produco almeno 4 spettacoli l’anno che a volte girano anche un po, ho fattu due figli che stanno per fondare il loro gruppo samba rock coi loro amici. Basta, non mi piace parlare di me, e sforzarmi di ricordare tutto quello che ho fatto impossibile: mi sento vecchio e ho bisogno di sentirmi giovane, ho ancora un sacco di cose da fare. Poi magari un giorno ti invito a cena e allora ti parlo di me abbondantemente… di romina ciuffa

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