SARAU VERDE-CHORO DI ROMINA CIUFFA

  • Rioma
  • 14/05/2013

RIOMA, IL “SARAU VERDE-CHORO” DI ROMINA CIUFFA >

Il Brasile non è mai stato così verde né così oro in Italia come nel  “Sarau verde-choro” tenutosi l’11 maggio nella tenuta di famiglia dei Castelli Romani di Romina Ciuffa, penna della Dolce Vita brasiliana e fondatrice di Rioma, circuito di divulgazione e rinnovamento della cultura verde-oro in Italia, nonché del movimento riomano, vero e proprio fenomeno sociale esploso negli ultimi anni ed estesosi a macchia d’olio. Dopo l’ultimo dei suoi Sarau, in cui davanti al camino della sua taverna in centro a Roma è giunto da Rio il grande chitarrista Guinga, unico successore di Tom Jobim, questa volta la giornalista dedica l’intera collina di proprietà agli ospiti del suo Sarau “verde-choro”.

È il Gotha musicale italo-brasiliano, insieme a molti altri personaggi dell’alto mondo imprenditoriale e dello sport, che giunge da ogni parte d’Europa, con inviti nominali ed esclusivi e rigorose regole di accesso, per la prima “Roda de Choro” (letteralmente, “cerchio”) mai realizzata in Italia: a chiusura della “Settimana dello Choro di Rioma” in occasione delle celebrazioni brasiliane del giorno nazionale dello Choro, i giardini di casa Ciuffa si trasformano nei giardini della Scuola “Portatil” di Urca, colosso educativo choristico di Rio, e quando fa buio dal verde della campagna si passa all’oro dei saloni, dove per tutto il giorno è stato proiettato il cult “Brasileirinho” e si sono ascoltati i cd originali che i gauchi Nina Wirtti e Rafael Mallmith hanno regalato a Romina Ciuffa durante l’ultimo viaggio a Rio.

Per la prima volta assoluta in Italia suonano Choro nei modi più tipici – in cerchio ed ininterrottamente da mezzogiorno a notte inoltrata – i migliori musicisti del genere, guidati dal fisarmonicista toscano Paolo Papalini, nuovo acquisto di Rioma, insieme alla chitarra 7 corde di Massimo Aureli e al cavaquinho dell’abruzzese Luigi Gentile. Sono con loro mischiandosi e interagendo i flauti di Nicola Stilo, Paolo Innarella e Iris D’Aurizio, le percussioni di Marcus Acauan, Antonino Talamo, Max Natale, le chitarre di Antonio Pilato e Giulia Salsone, ma anche le jam session improvvisate della “créme” dei musicisti, tutti invitati dalla padrona di casa a portare gli strumenti preferiti, quando non la voce: Rosália De Souza, appena atterrata da Rio, che vi arriva direttamente dalla tappa salernitana del suo nuovo tour, e prima di prendere un microfono presta ascolto da un’amaca carioca che si monta personalmente tra due alberi; Maria Pia De Vito da Lisbona dopo uno stop cinematografico a Merano, in macchina con l’artista Roberta Amurri e lo scrittore Marco Baldissone; in compagnia dell’amico pianista Giovanni Guaccero (che qui suona anche “piatto e forchetta”, vero e proprio strumento brasiliano) arriva Barbara Casini da Firenze, che presenta nel Sarau dell’amica un brano scritto con il flautista Nicola Stilo, il quale per l’occasione si mette al pianoforte (ma nel corso della giornata suona anche il reco-reco e il tamborim); da Perugia con la moglie il pernambucano Almir Da Cruz, dal tour ceco la bassista Tamara Scacciati, da Vienna il cantante Zé Galia, in treno dall’Abruzzo un’allieva della De Vito, Maria Elena Orsini. E ancora il percussionista Giovanni Imparato, il contrabbassista Lillo Quaratino, il chitarrista Roberto Mazzoli, il proprietario del Beba do Samba Emanuele Caputo, la sambista Daniela Criscuolo, tutti all’unanimità concordi, e commossi: “Non abbiamo mai visto un Brasile così nemmeno in Brasile”. Mr Beba esclama: “Romina, ma cos’abbiamo fatto noi per meritare questo Paradiso?”.

Tra gli altri, ascoltano la gemella dell’anfitriona Giosetta Ciuffa, consulente del mondo business, con il direttore generale dell’Unicef Davide Usai, l’insegnante di portoghese di tutta “Rioma” Lucila Stachissini, l’esperto di Brasile Raffaele Bella, la commercialista Serenella Fiorito, dalle Dogane Rita Barbaresi e, ancora in tenuta gioco giunta direttamente dal campo degli Internazionali di tennis la georgiana Anna Tatishvili: la passano a prendere al Foro Italico il giovanissimo Ceo di Qiwi Italia, Vako Turnava, la modella ucraina Elena Shevchenko e l’avvocato Armando Nania, partiti alle 6 di mattina in macchina da Milano per questo Sarau.

Mentre filma tutto il documentarista brasiliano Espedito Neto (Endsignarts), per i “riomani” arrivano da Copacabana “doce de leite” e marmellata di goiaba, ed una specialità, per la prima volta a Roma, che Iris D’Aurizio prepara da una ricetta unica che lei e Romina Ciuffa importano dalla Casa da Cachaça del quartiere del samba per eccellenza, la Lapa: solo per gli speciali convitati, shortini di “gengebris di Rioma” con ingrediente segreto, mentre un samba tra Rosália de Souza e Romina Ciuffa apre le danze.

“Dedico il mio Sarau al grande compositore brasiliano Antonio Villeroy, che mi accoglie ogni volta con amore nei suoi Sarau di Rio de Janeiro, pieni di popcorn caldi; a sua madre, sempre presente fino a notte inoltrata con la sua grande forza; ad Ana Carolina, che l’ultima volta ha suonato in modo eccelso il pandeiro mentre gli altri cantavano, dimostrando con vigore il senso interattivo e mutuale di questo ritrovo in cui non c’è podio per nessuno; ma prima di tutti ad un’amica carissima, Chiara Civello, che come me intende il Sarau un modo culturale d’essere liberi, oltre ogni convenzione”, ha dichiarato la fondatrice del movimento riomano vestita di verde e oro, specificando, con Jobim: “Il Brasile non è per principianti, per questo esiste Rioma”.

OSPITI D’ORO NEL “SARAU VERDE-CHORO” DI ROMINA CIUFFA PER LE CELEBRAZIONI DELLA “SETTIMANA DELLO CHORO” DI RIOMA

Sabato 11 maggio p.v. si è tenuto il “Sarau di Romina Ciuffa”, salotto culturale importato dal Brasile dalla giornalista, penna della Dolce Vita brasiliana e fondatrice di RIOMA, circuito di divulgazione della cultura brasiliana in Italia, nonché del movimento riomano. Nella tenuta di famiglia nei Castelli Romani (già abitazione e teatro di ricevimenti di Victor Ciuffa, storico creatore della Dolce Vita romana), per ricreare le atmosfere dei giardini della “Escola Portátil” di Rio de Janeiro, colosso educativo choristico, e al termine della “Settimana dello Choro di Rioma”, che segue le celebrazioni brasiliane del 23 aprile (giorno nazionale dello Choro), il verde-oro diviene verde-choro: è a questo genere musicale e stile di vita, lo Choro, che Romina Ciuffa dedica una giornata intera, presentandolo ai suoi ospiti nel modo più consono e tradizionale, la Roda (letteralmente “cerchio”), una tavolata informale attorno alla quale si sono seduti i migliori ed unici musicisti “Chorões” (dediti al genere) presenti in Italia, giunti a Roma per l’occasione.

Il nutrito gruppo di “Chorões”, senza alcuna preparazione previa, ha presentato informalmente gli standard di Choro tratti dai sacri repertori di Waldir Azevedo, Altamiro Carrilho, Pixinguinha, Chiquinha Gonzaga, Ernesto Nazareth e gli altri, per poi dar vita, come in ogni “Sarau di Romina Ciuffa”, ad una jam session variegata dove è intervenuto ognuno dei moltissimi artisti presenti, invitati dalla padrona di casa a portare il proprio “strumento preferito”, quando non la stessa voce: microfoni aperti, quindi flauto, fisarmonica, pianoforte, chitarra, ukulele, cavaquinho, pandeiro, tamburi, cajon, basso, diamonica, percussioni e quant’altro, tutti rappresentati da illustri convitati.

Il “Sarau di Romina Ciuffa”, caratterizzato imprescindibilmente dalla familiarità dell’evento (tanto che anche in questo caso è la famiglia stessa a preparare il pranzo), ha delle regole: per essere invitati validamente l’email deve giungere dall’indirizzo ufficiale di Rioma, l’invito deve essere nominativo anche per ciascun accompagnatore, esso deve essere emesso anche in forma cartacea. In questo caso sono stati ammessi a partecipare cinque ascoltatori del programma di Radio Rai1 “Brasil”, condotto da Max De Tomassi, scelti secondo criteri cronologici durante la diretta della puntata. Come in un pranzo informale tra amici, ogni invitato partecipa con un contributo alle spese ed attivandosi amicalmente attraverso supporto di altro genere (dall’aiuto in cucina ai servizi fotografici, alle riprese video, alla cura del bar, alla messa a disposizione della strumentazione etc.), nella maniera più informale. Foto e video privati non possono essere divulgati, se non attraverso il circuito Rioma o con l’autorizzazione espressa della padrona di casa. E soprattutto, non c’è podio per nessuno.

Gli ultimi Sarau si sono tenuti nella taverna romana in centro storico, e vi hanno partecipato artisti quali Guinga, Stefania Tallini, Roberto Taufic, Maria Pia De Vito, Barbara Casini, Susanna Stivali, e molti esponenti del mondo professionale, istituzionale e privato. Sono stati presentati libri, mostre di pittura, collezioni di moda, progetti umanitari (uno per tutti, quello della Mupenzi Children’s Home, orfanatrofio in Uganda, nelle parole di un’ospite di riguardo, la giovane direttrice Plautira Mbabazi, per l’appoggio del dentista estetico Lior Angelovici).

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IL SARAU DI ROMINA CIUFFA

Romina Ciuffa, giornalista ed editrice, è la fondatrice di Rioma, nuovo movimento di Dolce Vita brasiliana (suo padre, il giornalista Victor Ciuffa, fu l’artefice della Dolce Vita e l’ispiratore del film di Federico Fellini). Anfitriona del Brasile a Roma, promuove tra Italia e Brasile il Sarau, salotto culturale che lei importa personalmente dalla cultura verde-oro, essendo esso assente in fatto ed in concetto nella cultura artistica italiana, più individualista e commerciale: uno scambio artistico privato, un evento culturale realizzato con una certa cadenza nella casa dell’anfitrione, nel quale l’incontro apre all’espressione artistica – danza, poesia, lettura, musica, pittura, teatro e quant’altro – e termina in una jam session di improvvisazione. Evento molto comune nel XIX secolo, il Sarau in Brasile è stato riscoperto per il suo carattere innovativo, nei suoi toni di rilassatezza serale o notturna, senza alcuna pretesa che quella di distrarsi e creare nuova arte dall’arte; consente agli artisti di entrare a contatto, conoscersi, avere in esso un punto di riferimento mutevole ed esclusivo. I divani sono quelli della taverna di casa Ciuffa: in pieno centro storico a Roma, davanti al camino, oppure nel verde della tenuta dei Castelli Romani. Gli invitati sono selezionati ed ogni volta differenti, nessuno di essi, per quanto noto, è pagato né rimborsato per la partecipazione, trattandosi di una festa meramente amicale, anzi: la stessa idea di Sarau – una riunione tra amici – implica la partecipazione di tutti i presenti a parte delle spese affrontate dal padrone di casa e, in caso di alcuni ospiti d’onore, gli invitati raccolgono informalmente una somma come riconoscimento alla loro arte. Gli incontri sono esclusivi e chiusi al pubblico, tutti gli ospiti sono sempre speciali. Non sempre e non necessariamente l’incontro verte su tematiche brasiliane.

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