“BRASIL!”. TOC-TOC, TOQUINHO!

  • Rioma
  • 16/09/2013

di IRIS D’AURIZIO >
Recensione: TOQUINHO + Special Guest ANNA SETTON – 15 settembre 2013, Auditorium Parco della Musica, Roma_Festival Brasil!. Un concerto finanziato e promosso dall’Ambasciata del Brasile a Roma, in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma
Ma non c’è bisogno di bussare: la porta è aperta. Questo attesissimo concerto di Toquinho (l’in parte molisano Antonio Pecci Filho), scelto per inaugurare il Festival “Brasil!” dell’Auditorium Parco della Musica, si apre con il famosissimo “Samba de Orly”, il cui testo, in realtà, “avrebbe dovuto essere messo in musica da Dorival Caymmi–ricorda il maestro paulistano-ma volevo dimostrare a Vinicius il mio talento di compositore. Così glielo rubai dalla borsa e glielo riconsegnai tre giorni dopo con la musica pronta. A quel punto, non potette che restare soddisfatto del mio lavoro…”. Parla fluentemente italiano, mostrando da subito la sua vicinanza al nostro Paese, con racconti e aneddoti sulla sua carriera, e ogni brano che mette in scena ha una storia da dover conoscere. Una vicinanza maturata negli anni attraverso le collaborazioni, le più note con Ornella Vanoni (“La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria” è sufficiente), ma anche Ennio Morricone, Sergio Endrigo, Fiorella Mannoia, Giuseppe Ungaretti, Pino Daniele, Paola Turci, Fred Bongusto, Grazia Di Michele, e tante amicizie musicali.

Poco dopo l’apertura, le note della sua chitarra, accanto a tastiera, basso e batteria,accennano la melodia di un pezzo storico, ben noto a tutta la platea che, perciò, va subito in visibilio: “Roma nun fa’ la stupida stasera”,  cantata tutta in italiano. Da quel momento tutto è un avanti e indietro tra Brasile, Italia, Europa, in una commistione tra i vari generi musicali: sublime l’omaggio a Bach, in solo con la chitarra: “Se esiste Dio, la sua voce è J.S.Bach“, introduce; quindi, “La voglia, la pazzia”, in duo con Carla Cocco (“Ho ricevuto un suo cd dall’Italia pochi giorni fa, l’ho conosciuta così. La vedo ora per la prima volta”, e per la prima volta i due si vedono ed incastrano tra “uno” o “due baci”, differenza di convenevoli internazionali, e per rompere l’imbarazzo: “Con due ci si sposa”, ricorda Toquinho, per questo “a volte è meglio darne uno”), ed un classico della Bossa Nova, “Manhã de Carnaval”. “La Bossa Nova non siamo noi, non sono né io né Vinicius: la Bossa è João Gilberto”, sottolinea.

Ma entra in scena la giovane Anna Setton e porta sul palco una freschezza nuova. Paulista anche lei, con Toquinho dal 2011, canta con una semplicità disarmante – e non semplice – in una voce pulita e densa. Il cantante diviene più chitarrista qui, fino a  lasciare a lei il palco allontanandosi nel buio durante un brano classico conosciuto nell’interpretazione dei Novos Baianos: è il meraviglioso samba-exaltação “Brasil Pandeiro” di Assis Valente, omaggio a Bahia, e non il solo che i paulistani, in questa notte romana, fanno, oltre ai molteplici riferimenti a Dorival Caymmi. Su di giri un duetto Toquinho-Setton, in cui contrappuntano tre pezzi a due voci, con “Samba em prelúdio” in apertura. La stessa “Chega de Saudade”, che più classico non c’è, con i loro arrangiamento è una piacevole sorpresa.

Il concerto è ricco di omaggi ai grandi artisti brasiliani, gli stessi che hanno lasciato un segno nella storia culturale del Paese di provenienza. Toquinho non può che manifestare, dall’inizio, la sua gratitudine al grande Vinicius de Moraes (a sinistra nella foto), del quale quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita, suo grande compagno musicale per centoventi canzoni in venticinque dischi e quasi mille concerti (immemorabili quelli al Sistina di Roma). E racconta di come, dopo la loro conoscenza, si sia legato a lui con un “matrimonio sem sexo”. Da Vinicius, poi, arriva il riferimento a Pixinguinha (a destra nella foto), del quale esegue la dolcissima “Carinhoso”, con la voce ormai padrona delle nostre curiosità, quella di Anna Setton.

Dall’intimismo di questo chorinho il gruppo, di nuovo al completo, esplode mettendo in scena tutta la ricchezza sonora e ritmica brasiliana, omaggiando Baden Powell (nella foto) con “Berimbau”. Di nuovo in terra di Bahia, con un pout-pourri di Dorival Caymmi, arriva poi il ricordo di un altro fondamento musicale, Ary Barroso. Ripendono i richiami all’Italia, con “O que será”, “Samba da Rosa”, brani storici nel connubio Italia-Brasile (http://www.youtube.com/watch?v=6w2opANhfoc),“Aquarela” cantato tutto in italiano con Anna che fa il contrappunto in portoghese. E nel ricordo di questo connubio parte spontaneo il ringraziamento al giornalista Gianni Minà, presente in sala.

E l’aneddoto chiave sulla composizione per “Samba pra Vinicius”: “Avevo scritto un breve Samba, e lo feci ascoltare a Vinicius. Lui mi disse: Fai così, dallo a tutti i poeti brasiliani e dì loro di farmi un omaggio”. Umile ambizione!, ammette Toquinho. “Fortuna che, dopo aver ascoltato la prima versione, quella di Chico Buarque (nella foto insieme a Toquinho), Vinicius restò soddisfatto e decise di registrarla”.
Il concerto si chiude con “Tristeza”, in coro con la platea e il vivace “A Tonga da Mironga do Kabuletê”.

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Chi è Toquinho? Toquinho, Antonio Pecci Filho, nato nel 1946 a São Paulo, è uno dei più grandi chitarristi brasiliani viventi, compositore, e da sempre ambasciatore della musica brasiliana all’estero. Di padre italiano, a 7 anni imbraccia la prima chitarra e da quel momento diventano compagni inseparabili. I primi ascolti musicali vertono su Luiz Gonzaga, Ângela Maria e Francisco Alves, Vicente Celestino, Orlando Silva.. Proprio negli anni Cinquanta, intanto, la chitarra in Brasile diventa un simbolo culturale importante. Esce “Chega de Saudade” di João Gilberto  e Toquinho non può fare a meno di cominciare a prendere lezioni di chitarra: ma quelle sonorità nuove erano troppo dissonanti, per Dona Aurora, la sua maestra di piano, “alta, austera, con gli occhiali seriosi. I “figli” di João Gilberto creano i loro spazi di vita artistica  nei clubes e le facoltà universitarie. Tra di loro ci sono Chico Buarque, Elis Regina, i “Zimbo Trio”, Marcos Valle, Tuca, Geraldo Cunha, per citarne alcuni. Toquinho comincia la carriera tra il 1964 e1965 grazie a Paulinho Nogueira e grazie al sostegno di Walter Silva. Nel 1966 forma un duo con Chico Buarque e negli stessi anni comincia a registrare i suoi primi dischi, e come solista e accanto ad altri artisti (il primo è “O Violão do Toquinho – Instrumental, del 1966). Ottiene contratti televisivi (Excelsior e TV Record) e viene invitato a partecipare ai Festival musicali del periodo.

Toquinho e l’Italia. Non c’è solo la la voglia e la pazzia per Ornella Vanoni. Nel maggio 1969 Toquinho raggiunge Chico in Italia, invitato con la prospettiva di circa 40 concerti già accordati. Quando Toquinho arriva a Roma, Chico gli confessa che, in realtà, nessuno dei concerti era assicurato. Ma ormai lui è in Italia, in Brasile c’è la censura della dittatura, decide di restare. I due si ritrovano a cantare nei posti più improbabili, come cantine e osterie, o il castello medievale nei dintorni di Roma dov’erano presenti sei persone che non sapevano neanche chi fossero. “Almeno ridemmo molto, in quello scenario speciale!”, ricordano.

Durante questo periodo, Toquinho è invitato da Sergio Bardotti (allora produttore di Chico in Italia) a partecipare alla registrazione di un disco in omaggio a Vinicius de Moraes: serviva una chitarra che accompagnasse alcune musiche – cantate da Sergio Endrigo –  e facesse di sottofondo alle poesie di Giuseppe Ungaretti per “La vita, amico, è l’arte dell’incontro”. È così che Toquinho conosce Vinicius, e da quel momento rivoluziona la sua attività artistica, collaborando con lui ininterrottamente, legandosi agli artisti italiani amanti del Brasile. Nel 1970, tornato in Brasile, registra i suo secondo LP con la RGE, quello contenente il primo grande successo della sua carriera: “Que Maravilha”, con Jorge BenJor. Dall’inizio degli anni Ottanta viaggia ininterrottamente in Brasile e all’estero, con vari gruppi e formazioni.

Nel 1981 torna in Italia per alcuni mesi accanto alla cantante Jane Duboc. Nel 1983, Toquinho raggiunge l’apice del successo con  “Aquarela”, scritto insieme a Maurizio Fabrizio e Guido Morra. Si esibisce a San Remo, e guadagna il Disco d’Oro. Nel corso della primavera del 1984 si esibirà in varie città italiane, tra cui Roma, Milano e Mestre con “Cantabrasil”, uno spettacolo che sintetizzava la storia della MPB brasiliana, e che vantava la partecipazione di musicisti di prima categoria, come Branca de Neve, Papete, Marçal da Portela, Mutinho, Luizão, i fratelli Rafael e Luciana Rabello, Dominguinhos e il coro di Guadalupe, Silvia Maria, Bel e Eliana Estevão. La stessa RAI mandò in onda la registrazione del concerto alla “Bussola Domani” di Viareggio. Nel 1990 Toquinho torna a Sanremo cantando in portoghese “Ringrazio Dio” di Paola Turci, È stato poi protagonista di due tournée con Fred Bongusto (nel 1993 in Italia, nel 1996 in Brasile). Nel 2003, in ultimis, il tour con Grazia Di Michele. www.toquinho.com.br

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