DA ANTONIO A SPIRITO: MUORE NEL SONNO IL FOTOGRAFO DI “GENTE DA ROCINHA”

  • Rioma
  • 25/01/2016

Antonio Spirito Riomadi ROMINA CIUFFAMuore improvvisamente, durante il sonno, Antonio Spirito, quarantacinquenne fotografo di Latina. Lo ha trovato la madre senza vita, lunedì 25 gennaio. Ultimamente sul set della “Banda della Migliara” e a teatro per lo spettacolo romano “Le Dissolute assolte” di Luca Gaeta, socio di Tunué, casa editrice nella quale si occupava della parte commerciale; laureato in Scienze politiche con un master in Gestione delle risorse umane. La sua prima macchina fotografica, a 26 anni, una Canon Ixus M-1 con pellicole aps; quindi, a 40 anni, dopo molti viaggi, un corso di fotografia per affilare quel grande intento comunicativo che lo portava nei luoghi più lontani a documentare.

Ciò che lo lega e lo accomuna a Rioma Brasil è la sua esperienza da volontario nella favela della Rocinha, a Rio de Janeiro. Con la onlus “Il Sorriso dei miei bimbi”, presieduta da Barbara Olivi, aveva già presentato la sua mostra “Gente da Rocinha”, scatti che mi aveva confidato di aver fatto in poche ore senza effettivamente conoscere ciò che catturava, in un’emozione incontrollata e una chance che aveva cercato da sempre, ma soprattutto in quei giorni carioca nei quali corteggiava quella collina dietro Leblon. A Rio era finito per caso a febbraio del 2012, mese del carnevale, e attraverso un amico aveva avuto l’occasione di inserirsi all’interno della onlus, quando, tempo dopo, si tenne una festa nella Rocinha con i bambini della scuola materna e i ragazzi più grandi legati al “Sorriso dei miei bimbi”, occasione per conoscere la presidente di quest’ultima. La Olivi gli offre la sua disponibilità ad accompagnarlo nella Rocinha per scattare delle foto: e progetto fu.

12239562_10207743585524674_3501340621349602012_nCosì nasceva l’idea della mostra, e questa “Finestra sulla favela: racconti e immagini dalla Rocinha di Rio de Janeiro”, con i testi di Marco Loiodice, le foto di Antonio Spirito, la grafica di Gianni Sodano: trentasei racconti brevi raccolti in un e-book, affiorati da due anni di vita di un ex-impiegato occidentale nella favela Rocinha di Rio de Janeiro, la più grande favela del Sudamerica. Uno strano viaggio da leggere e guardare per conoscere gli aspetti più duri di un’area metropolitana afflitta dalla grave carenza delle infrastrutture che dovrebbero garantire agli abitanti i diritti alla salute e all’educazione, spossata dalla storica guerra contro il narcotraffico, dai pregiudizi del mondo di fuori, per vivere la rivelazione della bellezza di un popolo estremamente giovane, ricco di amore per la vita nonostante tutto. La stessa mostra che avrebbe dovuto inaugurare, nuovamente, questo stesso 28 gennaio, a Milano, nell’Ostello Bello, dove già era stata presentata. Il ricavato delle opere, in vendita, ha finanziato e ha sempre teso a finanziare la ristrutturazione del primo Caffè Letterario della favela.

Antonio non sarà presente, ma il suo Spirito sì.

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