«Fra le altre cose che voglio sapere, per piacere insegnami come fa questo popolo, che soffre per la fame e che sta male, a tamburellare sulla pentola vuota e a fare Carnevale?». Sono le parole di un samba dei Terra Samba, dal titolo «Deus è br@sileiro». Probabilmente vi andrebbe un punto interrogativo. Così inizia anche questo testo, ricavato dal blog di un volontario nella regione brasiliana della Bahia, Nicola da Schio. «Non voglio scrivere del Brasile; voglio scrivere di alcune persone che mi hanno mostrato un mondo diverso». Il 26 settembre 2005 l’autore parte con un compagno di viaggio, Paolo Meneghini, da Milano Malpensa, per recarsi a lavorare con il Cacais, «Centro de Apoio a Criança e ao Adolcescente» che offre aiuto ai bambini e agli adolescenti di Ibotirama, cittadina situata nell’interno dello Stato della Bahia.
Gestito con principi cristiani dai religiosi della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo, il Centro è attivo dal 1995 nella parrocchia Nossa Senhora da Guia, con un «orto comunitario»; prima con 20 bambini, nel 2005 già forniva sostegno educativo a 56 bambini e adolescenti di età tra i 7 e i 14 anni e a 6 adolescenti fino ai 17 anni fornendo loro un’attività nel Panificio comunitario. Deus è br@sileiro. Diario in rete dalla Bahia dove allegria e povertà ballano insieme la Capoeira, per la casa editrice Cleup (12 euro), è un racconto che mantiene la forma originaria di blog e nasce dal desiderio di trasmettere l´esperienza di volontariato internazionale di un giovane neodiplomato e di raccontare un Brasile diverso da quello che viene dipinto nelle locandine delle agenzie di viaggio, promuovendo con grande umiltà la conoscenza della realtà sociale del Sud del mondo.
C’è Brasile e Brasile. Con il primo testo, una piccola guida, nel senso di tascabile, guida alla città di Rio de Janeiro (Morellini Editore – 11,90 euro), ci si introduce nel Brasile carioca, che esplode oggi più che mai di turismo e rinascita, motore di un nuovo mondo destinato al futuro non solo proprio, ma di tutti: futuro occidentale, futuro globale. Sarà forse il Brasile a tirarci fuori dalla crisi. Per cominciare, un salto a Rio de Janeiro prima dei Mondiali e delle Olimpiadi, eventi che porteranno combustibile ma che snatureranno l’energia naturale. La guida della Berlitz, ripresa dalla Morellini Editore, descrive tutto, elargisce consigli, spiega «futebol», favelas, festival culturali.
Muoversi sì, ma investendo. È il segreto che già nel 2008 svelava lo studio legale Noronha che, con l’Ambasciata del Brasile in Italia, pubblicava una Guida Legale, manuale pratico per la piccola e media azienda italiana che vuole investire in Brasile, con informazioni su creazione, finanziamento delle imprese nel Paese verdeoro, tributi cui sono soggette persone fisiche e giuridiche norme giuslavoristiche e altro.
Non da meno è il lavoro della Sviluppo Lazio, spa della Regione Lazio che pubblica Discovering Brazil – Settori emergenti e aree di sviluppo per le PMI del Lazio, partendo dall’interesse delle imprese laziali ad investire in Brasile dopo una preventiva analisi alla ricerca di economie emergenti con le caratteristiche necessarie ad aprirsi positivamente alle aziende straniere.
Di altri italiani in Brasile parlano Vittorio Cappelli e Alexandre Hecker per la Rubbettino Editore. I due storici spiegano il processo a monte: come l’emigrazione italiana abbia profittato del boom del caffè e della frenetica crescita urbana di San Paolo, dove tra l’800 e il ‘900 la scommessa della modernità si è svolta sulle risorse mobili e crescenti di un diluvio di italiani.
Un boom che non nasconde usurpazioni: si legga Crescita economica e violazione dei diritti umani in Brasile. Il boom economico brasiliano tra povertà, violenza e corruzione di Alessandro Monti edito dalla Giuffrè Editore (12 euro). Sembra consolidarsi anche in Brasile un meccanismo di crescita nel quale il dominio degli interessi economici è sostenuto da forme di sopraffazione e di corruzione funzionali a garantire l’elevato benessere di gruppi ristretti di beneficiari a scapito delle condizioni di vita della popolazione più povera. La ricostruzione critica dei processi macro-economici verificatisi in Brasile nell’ultimo decennio dimostra come disagio e malessere da emarginazione sociale persistano in proporzioni vistose nelle favelas delle aree metropolitane e urbane non meno che nelle aree rurali, e numerose siano le vittime dei conflitti scaturiti in conseguenza di palesi violazioni dei diritti umani fondamentali e dei diritti di cittadinanza di milioni di persone.
C’è anche un altro Brasile, Il Brasile di Pierre Verger (Minimum fax a 10 euro). Di lui Jorge Amado disse: «Era un ponte tra Europa, Africa e Brasile un francese che fece ricerche in Africa e divenne il più bahiano di tutti». Verger si accorse che si erano perse molte tracce dei legami culturali tra i popoli del Benin e della Nigeria e quello di Bahia e, nomade per vocazione, fotografò tutto. (RC)
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