FRANCESCO PETRENI: INVENTARIO, I MIEI RITMI “ILUMINADOS”

  • Rioma
  • 13/10/2014

SPECIALE “INVENTARIO” > ROMINA CIUFFA INTERVISTA FRANCESCO PETRENI (batteria) [Le interviste a tutti i protagonisti del progetto italiano scelto in una rosa di 5 candidati nella categoria “Miglior Album di Musica Popular Brasileira” del Latin Grammy Awards]

Francesco Petreni Rioma

di ROMINA CIUFFA“Il primo incontro con Ivan Lins è avvenuto al ristorante, eravamo tutti un po’ timidi, poi è arrivata una bottiglia di Chianti, Ivan ha detto: ah, ecco ora ci siamo….  E da lì abbiamo capito che eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. Poco dopo ci ha detto che era un pò triste perché a sessantasei anni il dottore gli aveva sconsigliato di giocare a pallavolo sulla spiaggia”. E ancora: “La moglie di Dadi, Leila, mentre eravamo a registrare, è andata a farsi un giro per Siena, poi non la vedevamo tornare. Il loro albergo era alla località Ceppo e lei continuava a chiedere ai tassisti di essere portata al Sepu e ovviamente nessuno capiva”. Il backstage, raccontato dal batterista Francesco Petreni, del lavoro “InventaRio” – svolto con Ferruccio Spinetti, Giovanni Ceccarelli e Dadi Carvalho, e l’esperta collaborazione di Max De Tomassi – il cui secondo volume costituisce un omaggio a Ivan Lins con Ivan Lins, e i suoi brani (un inedito) sono tradotti (da Max De Tomassi, Maria Pia De Vito, Chiara Civello e dallo stesso Petreni, chi più chi meno) in italiano. Questo sforzo, non apprezzato dal mercato italiano sul punto della promozione e dell’interesse della stessa etichetta che lo ha dato alle stampe (Emi), ha invece avuto nuova veste in Brasile, dove la Biscoito Fino di Kati de Almeida Braga e Olívia Hime lo ha preso sotto la propria egida, lo ha ristampato facendone un totem, e ha consentito che potesse essere valutato dal mercato brasiliano. Che lo ha fatto, tanto da portarlo nella rosa dei 5 candidati al Grammy Awards 2015, unico album interamente fatto in italiano che ha l’onore di contendersi quel primo posto insieme a niente poco di meno che Marisa Monte, Zeca Baleiro, Jeneci e tutti e tre i figli di Dorival Caymmi nell’omaggio al padre.

Ecco qui la versione di Francesco Petreni, il batterista, che ha anche tradotto il testo di “Iluminados”.

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In che modo ti sei avvicinato, personalmente, al Brasile? Suonando Jazz mi era capitato di conoscere alcuni classici della bossa nova, poi con il Quartetto Acustico Latino abbiamo iniziato un percorso di studio e elaborazione di brani latini e in particolare brasiliani. In seguito ho avuto modo di ascoltare il trio di Barbara Casini con Naco e Beppe Fornaroli, sono rimasto colpito e affascinato ed ho cominciato ad appassionarmi seriamente. Poi il trio di Barbara si è sciolto, e si è formato un nuovo trio con Stefano Bollani e Lello Pareti. Una sera suonavo jazz in un club con Cocco Cantini; Lello, che era tra il pubblico, mi chiese se ero interessato a sperimentare qualcosa col nuovo trio di Barbara. Rimasi sorpreso e dissi subito di sì. Da allora sono entrato in quello che poi è divenuto il Quartetto di Barbara Casini, con Stefano Bollani e Lello Pareti: la mia passione è cresciuta e soprattutto si è concretizzata, con Barbara ho imparato tanto, tra l’altro con lei sono stato per la prima volta in Brasile e mi si è aperto un universo. Poco dopo si è formata Bandão, un’orchestra di percussioni che dirigo ancora oggi, che, pur ricercando la propria identità, è nata dai  ritmi e dalla musica brasiliana e vi rimane indissolubilmente legata (tra l’altro Bandão è ospite nel brano Não é Proibido nel primo cd di Inventario).

Che esperienze artistiche hai in relazione al Brasile? Vari concerti col Quartetto Acustico Latino,  varie collaborazioni  con Silvia Donati, Maria Laura Bigliazzi, Roberto Taufic, Giancarlo Bianchetti e il gruppo Jacaré. Ho suonato alcune volte con Claudio Roditi, trombettista brasiliano che vive negli Usa, poi mi è capitato di suonare con Guinga, che è uno dei più interessanti compositori moderni. Le  esperienze più continuative  le ho avute suonando con Barbara Casini in vari progetti, due quartetti, musica di Tom Jobim, Beatles rivisitati in chiave latin jazz, musica di Caetano Veloso, progetto dedicato a Elis Regina, musica nordestina ecc. suonando anche in festival importanti, per non citare le settimane passate a suonare in duo al piccolo mitico Blue Note di Parigi, con tanto di  jam brasiliane del dopo concerto fino quasi all’alba. Poi ho un duo con Guillermo Rozenthuler, chitarrista cantante argentino che però interpreta perfettamente i brani brasiliani con una grande espressività, con cui abbiamo suonato in festival soprattutto all’estero. A livello compositivo ho scritto vari brani ispirati a questa musica.  Uno di questi, “Dança Vocé”, è stato scelto da Sol Do Samba, un gruppo brasiliano residente a Parigi,  ed è stato inserito nel loro cd, che tra l’altro ha ottenuto una buona diffusione anche in Brasile.

Hai suonato in Brasile. Dove, con chi? Per ora non mi è capitato di suonare in grandi festival, sto aspettando… Ho suonato con Marcio Rangel a Pipa, con Maria Laura Bigliazzi a Bahia, con Marquinho de Carvalho e Alexander Montenegro,  poi con Bandao  più volte al martedi del Pelourinho, alla Favela dos Novos Alagados che sosteniamo costantemente dal 2003, all’Ensaio del GRES Grande Rio a Caixinhas, Rio de Janeiro., abbiamo fatto anche la “sfacchinata” della Lavagem do Bonfim sempre a Salvador, 5 ore a 42 gradi…

Hai avuto collaborazioni con artisti brasiliani (Hamilton de Holanda, Marisa Monte, Gilson Silveira, Marivaldo Paim, Heraldo da Silva, Naco) o “filobrasiliani” (es. Barbara Casini). Marisa Monte ha partecipato al primo Inventario, Hamilton de Holanda è stato ospite del primo cd di Bandao “Mar Doce”, così come Gilson con cui abbiamo condiviso anche altre esperienze tra cui seminari in cui io facevo la parte batteristica e lui le percussioni, Marivaldo Paìm, ex direttore di Ilé Aiyé, anche lui ospite del cd di Bandão, ha scelto un mio brano per un suo cd, con Heraldo abbiamo condiviso alcuni concerti nell’ensemble “Uragano Elis” e ha diretto e insegnato varie volte a Bandão, con Naco abbiamo registrato il primo cd di Barbara “Todo o Amor” e abbiamo suonato nel quintetto di Tino Tracanna

Quali sono, in Italia, a tuo avviso i migliori interpreti (o rappresentanti) della musica brasiliana d’autore? Ci sono molti bravi musicisti che suonano e ruotano attorno alla musica brasiliana, non son in grado di dare giudizi generali, la mia esperienza diretta mi dice Barbara Casini, sia a livello artistico che di conoscenza, Roberto Taufic per la chitarra, Gilson Silveira che è un mago del pandeiro.

Nelle percussioni brasiliane, chi consideri il migliore? Guardi anche al samba percussivo, o resti nel territorio jazz-pop della batteria? La musica in Brasile fa parte della vita, il samba è solo una parte di questa grande ricchezza culturale. Chi si occupa di musica brasiliana non può prescindere da ciò che succede nel samba reggae, nel maracatù, nella musica nordestina, ecc,  e anche nel Candomblé, ovunque il ritmo e le percussioni fanno da cardine e spunto anche per gli altri strumenti. A maggior ragione non è possibile suonare la batteria brasiliana senza conoscere le percussioni e come si comportano nei vari generi. Non faccio mai classifiche e non mi sento di avere una conoscenza così vasta  per giudicare, ti posso dire quelli che mi hanno influenzato di più: Airto Moreira, Teo Lima, Paulinho Braga, Wilson Das Neves, Marcos Suzano, Marcio Bahia, Edu Ribeiro, anche Kiko Freitas è un batterista di notevole livello. Carlinhos Brown, prima ancora di essere un cantante di successo, è un grande percussionista.

30950052_inventario-incontra-ivan-lins-candidato-ai-latin-grammy-0InventaRio è un pozzo: pop, con un forte stampo jazz, ed è avvertibile anche il nostro jazz italiano. Come hai fatto confluire, nella tua batteria, Brasile e Italia, jazz, pop e MPB? Senza parlare dell’inglese della Civello, ad esempio, che amplia ancora di più la profondità di questo pozzo. Devo dire che non è proprio scontato, credo che la difficoltà e la forza del progetto siano proprio la fusione di questi mondi. Oltretutto abbiamo cercato di non ricalcare le versioni e i modelli esistenti, per altro spesso già capolavori. Ho dovuto mettere in gioco le mie antiche reminiscenze funk rock, le mie poche esperienze pop e unirle al jazz e alle esperienze di musica brasiliana, usandole ognuna a seconda dei casi, confrontandomi con gli altri e ascoltando ciò che suggeriva Ivan Lins, che ci ha lasciati totalmente liberi, indicando delle direzioni che si sono rivelate giuste. Quello che secondo me ci ha aiutato è stata la bellezza della musica e il rispetto che infondeva.

Quali sono le differenze, dal tuo punto di vista, tra i due InventaRio? Di diverso c’è chiaramente il repertorio, più eterogeneo nel primo, mentre il secondo è dedicato alle composizioni di Lins, quindi poi il risultato musicale dipende anche da questo, ma per me  è importante ciò che accomuna le due esperienze: la naturalezza, l’armonia e l’intesa che c’è stata tra di noi e con gli ospiti che pur provenendo da contesti artistici diversi e in alcuni casi avendo registrato separatamente, si sono fusi alla perfezione col progetto. E lavorare con Ivan è stato fantastico.

Max De Tomassi ha tradotto Lins, tu hai avuto modo di mettere del tuo in questi brani? InventaRio deve molto a Max, sia dal punto di vista progettuale che da quello artistico. Tradurre da una lingua musicale come è il portoghese brasiliano testi “sacri” di brani mitici e farli rendere bene in italiano è impresa veramente ardua, sia per la profondità di alcuni concetti che per la metrica. Per ciò che riguarda i testi io ho tradotto quello di Iluminados, che poi ha cantato Samuele Bersani, per il resto ho curato gli arrangiamenti insieme a tutti gli altri, per ciò che riguarda le ritmiche sia della batteria che delle percussioni ho cercato di fare cose semplici, di non copiare nessuno e di non fare cose scontate, ragionando più da arrangiatore che da strumentista. Infine ho particolarmente curato, con Giovanni e Ferruccio, anche la fase del mixaggio.

La notizia del Grammy Awards giunge inaspettata. Hai già avuto riconoscimenti di un certo rilievo oltre a questo? Il lavoro merita, ma non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, ricordo ancora la voce tremolante di Ferruccio che mi ha telefonato la mattina presto per dirmelo, sono rimasto sorpreso e commosso. Un riconoscimento così è la prima volta. Riguardo alla vittoria non so che dire, non ho ancora ascoltato gli altri cd in lizza e non so quali criteri artistici si usino per la scelta, e quanto pesano le pressioni politico economiche in una situazione così importante. Come è avvenuto per tutte le belle cose che sono successe in precedenza, non ci conto e non ci credo fino a quando non vedo. Ma devo dire che era ora che qualcuno si accorgesse di cosa avevamo fatto.

Come avete scelto i brani di Lins? Tu hai delle preferenze? Registrare con Ivan i sui brani era un sogno, è uno dei miei compositori preferiti, abbiamo fatto una prima scelta di brani di cui abbiamo fatto una nostra versione, glieli abbiamo spediti e in seguito alla sua risposta positiva Ivan stesso ne ha aggiunti altri tra i quali un inedito, “Imprevedibile” che è il primo del cd. Quasi tutti i brani si distinguono per qualcosa di speciale, ne cito alcuni: “Stella d’a mia” dove Ivan e Maria Pia De Vito (che tra l’altro ha tradotto il testo in un meraviglioso napoletano) fanno venire i brividi, “Con Me” dove c’è il duetto con Chico Buarque e Max a mio avviso nella traduzione si è superato, “Madalena” in cui Fabrizio Bosso è diventato Fabrizio Bossa, tanto ha suonato in carattere, “Nascere di Nuovo”, un brano che mi aveva colpito ancora prima di sapere che era di Ivan, “Amore sincero” che mi emoziona sempre, così come “Un giorno dopo l’altro”, ma in tutti i brani rimango sempre sorpreso di come tutti coloro che hanno partecipato si siano immedesimati nella musica.

riproduzione riservata rioma brasil

Francesco Petreni Rioma

FRANCESCO PETRENI. Batterista, polistrumentista e compositore, ha suonato con vari musicisti tra i quali Marc Johnson, Jonny Griffin, Palle Danielsson, Mal Waldron, Michael Blake, Avishai Cohen, Eddie Henderson, Claudio Roditi, Guinga, Enrico Rava, Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Rita Marcotulli ecc., partecipando a rassegne e festivals internazionali. Ha inciso circa settanta cd, registrando con il trio di Enrico Pieranunzi e con Mark Turner, Avishai Cohen, Michael Blake, Larry Grenadier, David Binney, Paolo Fresu, Ares Tavolazzi, Eddie Henderson, Eddie Wied, Stefano Bollani, Maria Pia de Vito, Kim Prevost, Bill Solley, Fabrizio Bosso, David Links, Marc Abrams, Paolino Dalla Porta, Franco D’Andrea, Luca Flores, Tino Tracanna, Furio Di Castri, Pietro Tonolo, Stefano “Cocco” Cantini, Giovanni Tommaso, Dado Moroni, Nicola Stilo,  Peppe Servillo, e musica brasiliana con Ivan Lins, Marisa Monte, Hamilton De Holanda, Chico Buarque, Vanessa da Mata, Maria Gadu, Vinicius Cantuaria, Barbara Casini, Hamilton de Holanda, Gilson Silveira, Marivaldo Paim,  Heraldo da Silva, Selma Hernandez,  Naco, ecc. Fa parte di molti progetti musicali, ha un trio a proprio nome con Stefano De Bonis e Paolino Dalla Porta, e fa parte come co leader del gruppo italo-brasiliano InventaRio.

Dal 1995 è direttore dell’Orchestra di Percussioni “Bandao” con cui ha  partecipato a oltre 400 rassegne e carnevali  tra i quali il Nottinghill Carnival 1998 a Londra, il Carnevale di Venezia del 1999, quello di Viareggio 2001, il Coburg Samba Festival in Germania, e con cui ha suonato in Brasile a Salvador de Bahia nel Pelourinho, alla Favela dos Alagados e alla processione del “ Lavagem do Bonfim”, a Rio de Janeiro (Ensaio Escola de Samba Grande Rio) e ha partecipato al  grande concerto del 1° maggio 2007 in pza S. Giovanni a Roma insieme alla Bandabardò, con cui ha inciso il brano “Disegnata” nel doppio cd “Fuori Orario”.
Nel 2000 ha fondato “ SDEONG”, un sestetto di percussioni e voci in cui la musica si fonde con altre forme di espressività artistiche.

Ha composto le musiche originali dei balletti ”Il Dono del Tempo” e “Se è Femmina Uccidetela!” della compagnia MOTUS, presentati in vari circuiti teatrali italiani. Ha composto e arrangiato musiche originali per lo spettacolo” Medea” con Elena Ledda e il coro della Corsica “ A Filetta” e per i “Carmina Burana in Jazz”. È laureato in lettere moderne con indirizzo musicologico con tesi di laurea su Max Roach (pubblicazione S.I.S.M.A.), e nel 2008 ha conseguito la laurea di Biennio Superiore in Jazz con tesi dal titolo “L’improvvisazione nella Musica Brasiliana” (pubblicazione E.T.S.). Nel 2007  e nel 2008 ha partecipato al tour italiano di Sergio Caputo e ha partecipato con Nick the Nightfly alla compilation  dal titolo  “Yesterday,Today,Tonight”. Ha tenuto stages e seminari di batteria e percussioni in Italia,Turchia, Irlanda, Germania, Croazia, Inghilterra, e dal 2001 al 2008 è stato docente ai Seminari Internazionali di Siena Jazz; insegna alla Siena Jazz University ed al Conservatorio di Livorno.

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