MUSICANDO MANTRA

  • Rioma
  • 13/02/2013

SPECIALE MANTRA a cura di Romina Ciuffa

1) NAM MYOHO RENGE KYO di Romina Ciuffa http://www.musicin.eu/?p=9182
2) LE NOTE BURROSE DI HERBIE HANCOCK di Romina Ciuffa http://www.musicin.eu/?p=9182
3) MUSICANDO MANTRA di Roberto Taufic http://www.musicin.eu/?p=9191

MUSICANDO MANTRA
di Roberto Taufic
Dalla musica alla luce o dalla luce alla musica? La testimonianza

Nam myoho renge kyo è il canto che richiama la Buddità insita nella vita di ogni essere umano. Praticare il buddismo di Nichiren Daishonin e vivere in accordo con la legge di causa ed effetto ha creato grandi trasformazioni nella vita di molti musicisti e di conseguenza, nel loro modo di vivere la musica. In un incontro con alcuni membri del gruppo artisti della Soka Gakkai Internazionale (SGI) in Italia, Herbie Hancock, musicista di fama internazionale e membro della SGI, ha espresso queste parole: «Grazie all’esempio del nostro maestro Daisaku Ikeda, ho cambiato un atteggiamento di base nella mia vita: prima, quando mi accadeva qualcosa di inaspettato, magari di negativo, avevo una reazione di chiusura e dicevo: No, non lo voglio! Ora capisco che c’è una connessione tra la mia vita e questo avvenimento e quindi lo accolgo, lo vivo e cerco di coglierne il senso. Sono consapevole che c’è una ragione se mi è accaduto. Approfondendo la mia fede, arriva il momento in cui ne percepisco il senso e ne comprendo la relazione con il resto della mia vita, come quando le tessere di un puzzle si incastrano perfettamente!».

Daisaku Ikeda, terzo presidente della SGI, dice che l’arte più difficile è quella di vivere. A questo punto la vita stessa diventa nutrimento per la nostra arte come musicisti. Sappiamo che l’arte e la cultura sono di vitale importanza ed è per questo che la nostra missione come musicisti e artisti in generale deve essere sostenuta da un atteggiamento positivo e costruttivo verso la vita. Noi, artisti che pratichiamo il buddismo e che facciamo parte della SGI, associazione laica che porta avanti l’insegnamento di Nichiren Daishonin nel mondo, sappiamo quanto possiamo contribuire alla felicità delle persone che ci circondano. Recitando e praticando correttamente possiamo influenzare in positivo l’ambiente in cui ci troviamo. Così come un brano musicale può influenzare l’umore e toccare il cuore delle persone, recitando il suono della Buddità Nam myoho renge kyo, o come si usa dire nella lingua inglese «chanting», possiamo far emergere immediatamente la nostra e l’altrui Buddità, cioè la parte illuminata, fiduciosa, saggia e coraggiosa che è in ognuno di noi. Con una bella metafora Nichiren Daishonin spiega questo principio di richiamare e rivelare la nostra natura di Budda: «Per fare un esempio, quando un uccello in gabbia canta, gli uccelli che volano liberi nel cielo sono richiamati e si radunano intorno a lui. E quando gli uccelli che volano nel cielo si radunano, l’uccello in gabbia cerca di uscir fuori».

Il canto dell’uccello in gabbia è Nam myoho renge kyo, che recitato con fede e determinazione richiama la natura di Budda e trasforma immediatamente lo stato vitale. Quando si fa musica (o qualsiasi cosa nella vita) lo stato vitale, cioè la condizione spirituale, emotiva e mentale in cui ci si trova è fondamentale. Quando si ha a cuore la felicità di tutte le persone che si incontrano, anche la propria musica s’illumina e comunica gioia e speranza. C’è stato un momento nella mia vita in cui pensavo che la musica fosse tutto per me e che fosse l’unica cosa di cui avevo bisogno per essere felice. Eppure ancora mi chiedevo come mai non fossi completamente felice, sebbene stessi realizzando quello che avevo sempre sognato, cioè vivere di musica.

La pratica buddista e la vita quotidiana sono completamente collegate; ogni cosa che viviamo, momento per momento, è manifestazione della legge di causa e effetto: ogni nostro pensiero, parola e azione (cause) produce degli effetti nella nostra vita. Quello che viviamo oggi, cioè il nostro karma presente, è la manifestazione di cause che abbiamo messo nel passato e il nostro futuro, come in un brano musicale, avrà i suoni, le dinamiche ed i colori delle note che abbiamo scelto di scrivere nel nostro presente. Capendo ciò iniziai a lamentarmi di meno ed a creare delle cause positive per trasformare la mia vita in qualcosa di più grande, dove anche la musica aveva il proprio spazio e ruolo. Così, a poco a poco, il mio modo di suonare e di vivere il lavoro di musicista cominciò ad avere una sua identità; iniziai ad essere me stesso nonostante tutto quello che c’era ancora da cambiare! Ad un certo punto mi resi conto di essere più libero nel suonare ma anche nella vita di tutti i giorni; allora ripensai a quando, prima di praticare il Buddismo, finivo i concerti e stavo male perché musicalmente le cose non erano andate come avrei voluto, non mi sentivo a mio agio.

Ossia, pensavo solo a me e al giudizio altrui. Per un artista non c’è niente di più bello che sentirsi dire: «La tua musica mi fa stare bene». Ed è questa la cosa che fortemente mi motiva nel continuare a far risuonare sempre di più la mia Buddità, ricercando quella degli altri. Praticando Nam myoho renge kyo per se stessi e per gli altri la vita si trasforma, e se la musica è un’espressione della vita, anch’essa viene influenzata da questo profondo cambiamento; recitiamo il mantra per realizzare la nostra rivoluzione interiore, teniamo sotto controllo la nostra oscurità e giorno per giorno assaporiamo la vita in tutte le sue sfumature, come quando si deve studiare un brano musicale fino a farlo diventare fluido, interpretandolo al meglio, come al meglio possiamo interpretare il ruolo di attori nel film della nostra vita.

logorioma low

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