BIOENERGIA, IL BRASILE INVITA L’ITALIA DEL GREEN

  • Rioma
  • 21/02/2014

di ROMINA CIUFFA >
Anche su SPECCHIO ECONOMICO, Aprile 2014

RICCARDO NEIVA TAVARES ambasciatore del Brasile in Italia e RAFFAELE CHIULLI presidente Safe

RICCARDO NEIVA TAVARES, ambasciatore del Brasile in Italia, con RAFFAELE CHIULLI, presidente Safe

Trasformare il verde in oro ovvero coniugare crescita della domanda energetica e sostenibilità ambientale richiede però il superamento di alcune criticità legate allo sviluppo infrastrutturale e alla semplificazione normativa. Riuscirà il Brasile a vincere anche questa “sfida mondiale”? Quali esperienze maturate nel nostro Paese potranno supportarne l’espansione?Questi gli interrogativi al centro dell’incontro organizzato dalla società Safe in occasione della cerimonia di apertura della XV edizione del Master in Gestione delle Risorse Energetiche lo scorso 17 febbraio presso l’Ambasciata del Brasile a Roma. Hanno aperto i lavori l’ambasciatore del Brasile in Italia Ricardo Neiva Tavares e il presidente Safe Raffaele Chiulli (nella foto in alto). Sono intervenuti l’amministratore delegato Enel Green Power Francesco Starace, l’amministratore delegato Cesi Matteo Codazzi, l’amministratore delegato Terna Plus Alessandro Fiocco, l’amministratore delegato RenEn Orazio Privitera. Hanno concluso i lavori, infine, il direttore generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Corrado Clini e il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico Guido Bortoni. Presente anche l’amministratore delegato dell’Acquirente Unico spa, Paolo Vigevano.

Con un prodotto interno lordo pari a circa 2 mila miliardi di dollari il Brasile, pur rallentato negli ultimi due anni dalla crisi economica e impegnato a ridurre un tasso di povertà ancora elevato, rappresenta attualmente una delle principali economie mondiali e con le maggiori prospettive di espansione per gli anni a venire. Ricco di risorse energetiche, sta affrontando con impegno due delle più importanti sfide che caratterizzano i paesi emergenti: assicurare l’accesso all’energia elettrica alla totalità della popolazione e sostenere la crescita della domanda energetica attraverso un sempre più elevato ricorso alle fonti rinnovabili.

Il mix di energia elettrica brasiliano è infatti già coperto per oltre il 70% da FER e le potenzialità di sfruttamento dei bacini idroelettrici, dell’eolico e del solare sono ancora elevate. Non solo le FER arricchiscono l’offerta energetica brasiliana: le riserve di petrolio, grazie a nuovi ritrovamenti nell’offshore, sono notevolmente aumentate nell’ultimo decennio e, secondo la IEA, con 6 milioni di barili/giorno prodotti al 2035, il Brasile diventerà uno dei principali protagonisti dell’offerta mondiale nel comparto oil.

 “Benché avanzata, la rivoluzione dei biocarburanti è ancora in corso–ha sottolineato l’ambasciatore brasiliano Neiva Tavares–. Siamo concentrati nella preparazione di biocarburanti capaci di sfruttare i residui della canna da zucchero per la produzione di quello che è conosciuto come etanolo celluloso. Questa nuova frontiera permetterà al Brasile praticamente di raddoppiare la sua produzione di alcol, con evidente impatto sul prezzo del prodotto finale e sulla sua competitività. Con più di 8 milioni e mezzo di km quadrati, il territorio brasiliano è particolarmente ricco di materie prime; ma è vero che nel 20esimo secolo il Brasile ha visto lo sviluppo ostacolato dalla dipendenza del petrolio importato”.

E infatti, il petrolio è sempre stato soggetto a inaspettate crisi. In questo contesto la ricerca di fonti diversificate di energia ha orientato la pianificazione brasiliana del settore, spiega il rappresentante brasiliano in Italia, che sfata anche dei miti relativi all’etanolo: il primo riguarda la presunta competizione della canna da zucchero con la produzione di alimenti. L’area coltivata con canna da zucchero in Brasile occupa poco più dell’1 per cento del territorio nazionale. Inoltre, la coltivazione tradizionale nel Paese, risalendo all’inizio della colonizzazione portoghese nel 500, si è mantenuta. La modesta proporzione della coltivazione non ha impedito che il Brasile si affermasse come il maggior produttore mondiale della canna, con quasi 700 milioni di tonnellate previste per il 2014. Tale produzione tradizionalmente è stata divisa in termini del 50 per cento tra zucchero ed etanolo, e rende il Brasile il maggior produttore di entrambi.

Con la nuova generazione di biocarburanti, la produzione brasiliana di etanolo tenderà a crescere in maniera esponenziale, mantenendo la stessa area piantata. Il Brasile è anche uno dei maggiori produttori ed esportatori di elementi come soya, la cui produzione ha appena superato quella immensa degli Stati Uniti. Il Brasile è anche il maggior produttore mondiale di caffè, fagioli, arance e pollame, tra altri elementi, oltre a possedere la mandria bovina più grande del pianeta.

Un altro mito da sfatare, secondo l’ambasciatore Neiva Tavares, è il presunto rischio che la cultura della canna rappresenti per l’Amazzonia: la principale zona produttrice, infatti, si troverebbe a nord di San Paolo, distante migliaia di km dalla foresta (la distanza tra Roma e Copenhagen).

Se con la tecnologia attuale la flotta europea dei veicoli fosse significativamente trasformata in direzione dei veicoli elettrici, da dove verrebbe l’energia per alimentarla? Tenendo conto della resistenza delle società europee al nucleare, probabilmente da centrali termoelettriche mosse a gas naturale o, peggio ancora, a carbone, che emette 2,5 volte più carbonio del gas. Si domanda il Brasile: a che serve che un veicolo emetta zero, se viene emesso carbonio a monte? “L’etanolo è una realtà che può essere prodotta in condizioni simili in altri Paesi, specialmente Africa e America Latina, configurando così anche nuove prospettive economiche per essi, e la possibilità di diversificazione dei fornitori globali di energia, con il risultato di ridurre in tal modo l’instabilità del mercato energetico internazionale”, è la risposta.

RICCARDO NEIVA TAVARES ambasciatore del Brasile in Italia

Il Brasile promuove già cooperazioni tecniche con tali Paesi in quest’area, che può essere oggetto anche di cooperazione trilaterale con i Paesi europei. Nell’ambito della Globo By Energy partnership, sono in corso e discussi progetti di cooperazione per far avanzare la produzione e l’uso sostenibile di biocarburanti.

PAOLO VIGEVANO amministratore delegato Acquirente Unico spa

L’ultimo mito sfatato dall’Ambasciatore è associato alle recenti scoperte di petrolio e gas della Petrobras: il fatto di poter sfruttare tali risorse subacquee hanno portato gli analisti a dubitare dell’impegno del Brasile nella rivoluzione bio. Se il Brasile si è scoperto detentore di una delle maggiori riserve di petrolio e gas  naturali del mondo, come manterrà la sua politica di difesa dei biocarburanti?

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“L’impegno del Brasile continua a mantenersi– risponde Neiva Tavares–, le risorse ridurranno la dipendenza brasiliana dai biocombustibili fossili importati, oltre a destinarsi alla produzione dei raffinati del greggio  e di altri prodotti che intendiamo esportare. Secondo  l’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’Energia, il Brasile sarà il maggiore contribuente all’aumento di biopetrolio nel mondo dei IMG_2425 copiaprossimi 10 anni. Oltre ad essere economicamente vantaggiosa, la produzione di biocarburanti è frutto di una decisione politica del Governo brasiliano, che tiene conto di criteri quali sicurezza energetica, restituzione del reddito ai piccoli produttori  e soprattutto preservazione ambientale. Un esempio dell’impegno brasiliano per la questione dell’ambiente, aldilà del nostro attivismoRAFFAELE CHIULLI presidente Safenternazionale come nella conferenza di Rio de Janeiro, sta nel fatto che il Brasile non ha sfruttato la maggior parte delle sue riserve di carbone”. 

Tali riserve equivalgono a una volta e mezzo le riserve di petrolio brasiliane. Il Brasile può concedersi il lusso di mantenere energia sepolta. Cosa può offrire l’Italia allora? “La risposta è: molto”, sostiene l’Ambasciatore. Sotto forma di investimenti, IMG_2461 copiatecnologie, conoscenze, principalmente partnerships. L’obiettivo brasiliano di diversificare le sue fonti di energia contempla anche fonti pulite, innovative, come l’energia eolica, l’eneriga solare, in cui l’Italia è fondamentale.

L’Enel Green Power – il cui amministratore delegato Francesco Starace sottolinea: “Siamo molto concentrati sul Brasile; è un Paese che RICCARDO NEIVA TAVARES ambasciatore del Brasile in Italia ha ancora grandi potenzialità – è già nel mercato brasiliano con la produzione di energia eolica con investimenti che aumentano via via soprattutto nel Nord-Est. Per avere un’idea dello spazio che l’energia eolica sta guadagnando nella matrice energetica brasiliana, è ricordato che dal 2007 al 2013 la capacità istallata di generazione proveniente da fonte eolica è cresciuta quasi 10 volte.

PAOLO VIGEVANO amministratore delegato Acquirente Unico spa e ORAZIO PRIVITERA amministratore delegato RenEN

Attivissime sono anche le altre società presenti all’incontro, in dialogo con il Brasile: RenEn, Terna Plus, Cesi, oltre che Safe Energia. La Cesi (con Matteo Codazzi) si propone nel trasporto di energia, in quanto i grandi bacini di idroelettrico sono molto distanti dai centri di consumo quanto Lisbona da Mosca; Alessandro Fiocco (Terna Plus) e Orazio Privitera (RenEn) sottolineano la necessità di innovazione. Mentre il direttore generale (ed ex ministro) del Ministero dell’Ambiente Corrado Clini parla dell’ambizione degli obiettivi europei per la diminuzione dei gas serra, che puntano sul 40% al 2030, “ma come si fa ad arrivare ad un obiettivo del genere senza delle adeguate politiche?”. L’obiettivo posto dal protocollo di Kyoto per l’Italia ancora non è stato raggiunto: “C’è ancora una certa distanza. La riduzione che c’è stata–spiega–è dovuta soprattutto a causa della crisi”. In Europa “ci sono misure molto diverse da Paese a Paese che non hanno permesso di creare un mercato”. Clini vede nel Brasile degli aspetti molto interessanti: “A San Paolo stiamo lavorando per rafforzare o creare sistemi di generazione distribuita che valorizzino le fonti rinnovabili e le reti intelligenti”Il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, Guido Bortoni, ha messo in evidenza il problema attuale di “occupazione” e di “ristrettezza economica”, facendo presente le “potenzialità del Brasile”.

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Specchio Economico, Aprile 2014
(web www.specchio
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