CARIOCA NON È BRASILIANO: UN APPELLO AI GIORNALISTI

  • Rioma
  • 09/05/2014

di GIULIA BAGLINI >

caRIOca rominaDa alcuni anni l’attenzione mediatica sul Brasile si è intensificata enormemente: sono ormai moltissime le pubblicazioni (sia i libri che gli articoli su quotidiani e riviste) dedicate all’analisi dello sviluppo economico che lo stato latino-americano sta vivendo e che lo ha fatto entrare a pieno titolo nel gruppo dei paesi emergenti insieme a India, Cina e Sudafrica. Lo sforzo che i giornalisti stanno facendo nel rendere conto dell’evoluzione che il Brasile sta attraversando, anche alla luce delle manifestazioni di protesta contro i costi del Mondiale 2014 e contro corruzione e basso livello dei servizi pubblici, dovrebbe estendersi anche all’uso corretto dell’aggettivo “carioca”.

Troppo spesso infatti può capitare di imbattersi in articoli dove si attribuisce erroneamente all’aggettivo “carioca”, ovvero “abitante della città di Rio de Janeiro” il significato di “brasiliano”. Carioca è infatti la versione portoghese di una parola usata dagli indios tamoios che risiedevano nella Baia di Guanabara al momento della seconda spedizione colonizzatrice per indicare la casa dell’uomo bianco, nella loro lingua “akari oka”.

I carioca sono quindi brasiliani ma non è vero il contrario: tanto per fare un esempio è come se i milanesi, i pescaresi o i napoletani fossero tutti chiamati indistintamente romani.

Il mio appello è quindi che si abbandoni il gusto per l’esotico che questo uso scorretto dell’aggettivo carioca vorrebbe forse portare con sé e utilizzare, magari alternandolo all’aggettivo “brasiliano” espressioni come “verdeoro”: un commentatore mi disse che così facendo avrei dato un colore troppo calcistico ad un mio articolo ma questa è un’altra storia…

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