REPORTAGE AMATRICE. TUTTI I SUOI OROLOGI SONO FERMI ALLE 3:36

  • Rioma
  • 02/11/2016

Schermata 2016-11-02 a 13.34.13 Schermata 2016-11-02 a 13.34.06Da Amatrice è possibile vedere quattro regioni: il Lazio (di appartenenza), l’Abruzzo, le Marche e l’Umbria. Dalle quattro regioni non è più possibile vedere Amatrice. Il sisma del 24 agosto ha fermato tutti gli orologi amatriciani alle ore 3:36 della notte. Ciascuno di noi ricorderà sempre cosa stava facendo a quell’ora di notte, quando quella scossa di terremoto, non l’unica (finora ne sono quasi 2 mila), ha portato via 292 morti e ha raso al suolo, con essi, il tessuto economico, sociale e psicologico del luogo. Non solo Amatrice: Accumoli e Arquata sono le aree più colpite. Ma sono 69 le frazioni di Amatrice coinvolte. La scossa principale si è sentita anche a Roma e in tutto il territorio limitrofo. Era dal 6 aprile 2009 alle ore 3:32 della mattina che l’Italia non sperimentava la «litost» di un evento simile (parola ceca intraducibile che realizza lo stato di tormento creato dall’improvvisa realizzazione della propria miseria), e nemmeno a farlo apposta la terra ha scelto un orario simile per colpire le due aree e per bloccare gli orologi per sempre.

C’è chi dice che senza orologio non c’è futuro: eppure, ad Amatrice, è proprio l’orologio della piazza principale che ora, dopo il crollo degli edifici adiacenti, è tornato visibile, prima coperto dal bar di Alessandro, con cui parlo in occasione della mia visita ad Amatrice. Siamo seduti alla mensa con tutti i cittadini, che non possono più, per il momento, impiegare il metano e non hanno acqua calda. Si lavano «a pezzi». L’elettricità c’è. Si mangia tutti insieme in questo tendone sociale. Il pranzo è buono, ci sono, a scelta, due primi, due secondi, il dolce, le bevande, ed anche cibo per celiaci. Ci sono anche varie televisioni dalle quali è trasmessa musica. Ogni settimana a rotazione si installa sul posto la Protezione civile di una Regione differente, a me tocca la Toscana. Sono ospite per un caffè con macchinetta elettrica a casa di Rinaldo e Amalia, quasi in centro eppure non scalfita dal terremoto: dalle grandi vetrate si possono vedere le montagne innevate in una giornata fredda in cui ad Amatrice le minime registrano un grado. Rinaldo, barbiere, taglia i capelli ad un cliente nel suo camper, adibito a negozio.

La mensa nella tendopoli di Amatrice

La mensa nella tendopoli di Amatrice

Ora le tendopoli sono state smantellate, tranne quella di Campo Saletta, a 15 chilometri da Amatrice, e sono partite le picchettature per le abitazioni a tempo che, mi dice il sindaco Sergio Pirozzi, saranno consegnate entro Pasqua, non oltre. Rinaldo e Amalia hanno perso gran parte della famiglia, ma non la loro figlia, quindi sorridono. La andiamo a prendere a scuola, quella scuola che è stata donata dal Trentino grazie alla veloce mossa del sindaco che, subito dopo il terremoto, ha parlato con la Protezione civile della Regione e si è immediatamente accordato per la creazione del cosiddetto «Campo Trentino», una scuola colorata e sicura che ha consentito ai bambini di cominciare regolarmente le lezioni. Il liceo, invece, al momento è ospitato dal Palazzetto dello sport, ma presto sarà spostato nei nuovi moduli che sono in costruzione all’interno dello stesso Campo Trentino, dove presto giungerà anche Save the Children con altri progetti di emergenza relativi ad un parco ricreativo che include anche campi di tennis e di calcio.

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I residenti si recano dallo psicologo quasi tutti i giorni, a ritmi cadenzati, e i bambini hanno anche interventi terapeutici di gruppo. L’approccio impiegato è l’Emdr, acronimo per Eye Movement Desensitization and Reprocessing, ossia la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, utile a risolvere i problemi connessi al disturbo post traumatico da stress focalizzandosi esclusivamente sul ricordo dell’esperienza traumatica: si tratta di un protocollo che si sviluppa in varie fasi di ricordo e rievocazione delle esperienze negative, nel tentativo di far abituare (desensibilizzare) il paziente ai ricordi traumatici, distraendolo (rielaborazione adattiva del ricordo) con movimenti ritmici degli occhi oppure con tamburellamento delle dita o stimolazione sonora.

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È una giornata comunque positiva: il Governo ha emesso, l’11 ottobre, un decreto contenente interventi a favore delle popolazioni colpite dal sisma. Beneficiari dei contributi saranno tutti i cittadini delle regioni Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria, che hanno subito un danno documentato ad abitazioni ed attività produttive a causa del sisma. Per una ricostruzione e un rilancio dell’economia efficaci, sono state scelte delle aree all’interno delle quali si sono concentrati gli sforzi per la ricostruzione, coprendo per le aree interne al sisma al 100 per cento i danni ad abitazioni principali (prima casa), attività produttive, finanche abitazioni non principali (seconda casa), mentre per tutti i danni puntuali fuori dalle aree definite il 100 per cento per le abitazioni principali e per le abitazioni non principali (in questo caso nei centri storici e nei borghi caratteristici), e per le attività produttive il 50 per cento per le abitazioni non principali al di fuori dai centri storici e dai borghi caratteristici.

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La “zona rossa”, ossia la zona che non c’è più

La trasparenza è stata messa al primo posto: la Banca pagherà con risorse dello Stato direttamente i professionisti e le imprese che hanno eseguito i lavori di ricostruzione senza bisogno di nessun anticipo da parte del cittadino. Le imprese devono essere iscritte nelle cosiddette «white list» e devono essere in regola con tutti gli adempimenti di legge. Il beneficiario presenterà domanda e documentazione all’Ufficio speciale per la ricostruzione, che verificherà tutti i requisiti e la congruità del progetto e del contributo che verrà concesso con decreto del vicecommissario. Saranno predisposti controlli e verifiche sull’andamento dei lavori. Per favorire il rapido rientro nelle abitazioni e la ripresa delle attività produttive negli edifici con danni lievi è prevista una procedura semplificata. L’unico adempimento a carico del cittadino beneficiario consiste nella scelta della banca di riferimento. Saranno integralmente coperti i costi per la riparazione di tutti gli edifici e le opere pubbliche, i beni culturali e gli edifici di culto, ed attivato un sistema rafforzato di controllo dell’Anac, l’Autorità anticorruzione, sulle procedure di gara.

Sono previste misure di sostegno per tutte le attività economiche nell’area colpita dal sisma per le quali sarà predisposto, con il meccanismo delle aree interne, un programma di rilancio e sviluppo. Sono altresì previste misure di sostegno al reddito dei lavoratori che hanno momentaneamente perso il lavoro a causa del sisma. Per la popolazione e le imprese delle aree colpite è previsto il differimento e la rateizzazione degli adempimenti fiscali e contributivi. La governance della ricostruzione è costituita dal commissario straordinario (Vasco Errani), quattro vicecommissari straordinari (presidenti delle Regioni), quattro comitati istituzionali composti dai presidenti delle Regioni, dai presidenti delle Province e dai sindaci interessati. In ogni Regione è costituito un Ufficio speciale per la ricostruzione composto da ciascuna Regione e dai Comuni interessati. L’Ufficio speciale per la ricostruzione si occupa del rilascio dei contributi, dell’istruttoria della pratica, dei titoli abitativi edilizi e della gestione delle opere pubbliche relative alla Regione di competenza.

Intanto il Consiglio comunale ha approvato il regolamento per l’erogazione di contributi straordinari per i lavoratori: mille euro per i titolari di attività, 800 per i lavoratori dipendenti e 500 per i liberi professionisti, che saranno erogati con un assegno mensile fino a un massimo di sei mesi e solo a coloro che non hanno altre fonti di reddito.

Alla zona rossa, il centro di Amatrice, completamente raso suolo, si accede solo con il casco ed un’autorizzazione. Un corpo è stato inviato in Romania per errore: si pensava appartenesse all’inquilino del piano di sopra. Ma ora è tornato a casa, una casa che non ha più.    (ROMINA CIUFFA)

Anche su Specchio Economico – Novembre 2016

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